Marco Ravasi, product manager di Microdefender

Quanto sono sicuri i nostri uffici, le nostre case e tutti gli luoghi al chiuso che ogni giorno frequentiamo? Non molto, a giudicare dai dati scientifici che rivelano come gli ambienti sinterni possano essere addirittura cinque volte più inquinati delle strade delle nostre città, popolati da spore, inquinanti chimici, batteri, virus, nemici invisibili che, come abbiamo tristemente sperimentato col Covid, possono nuocere gravemente alla salute. Perché, considerando che  trascorriamo mediamente fra il 75 e il 90 per cento del nostro tempo in luoghi al chiuso – siano essi privati, come le abitazioni, che pubblici, quindi scuole, ospedali, luoghi di lavoro, ristoranti, palestre, hotel – questi inquinanti, anche se a basse concentrazioni, tramite un pericoloso effetto sommatoria, possono provocare alla lunga problemi di natura cardiovascolare o respiratoria, come l’asma bronchiale, dermatiti, allergie, irritazioni, cefalee, stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, fino a gravi danni alla salute con malattie croniche e cancerogene. 

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Un sistema di alta disinfezione tutto made in Italy

Un innovativo sistema di alta disinfezione tutto made in Italy che dà risposte importanti su questo fronte è stato messo a punto dall’azienda lombarda Work In Progress Bio-Medical, nata a Vimercate nel 2017 e che oggi grazie alla sua innovativa tecnologia si sta espandendo anche oltre confine (è già presente in Germania, Francia, Lituania, Ucraina, Romania, Moldavia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svizzera, Spagna, Canada, Tunisia, Algeria, Marocco, Angola, Emirati Arabi e Arabia Saudita). Si chiama Microdefender, brevettato già nel 2018 e utilizzato con efficacia subito negli ospedali del Lodigiano all’inizio della pandemia. Da quel momento tante strutture italiane ed estere l’hanno richiesto, in ambito sanitario certamente, ma anche in aziende, enti di importanza nazionale e vari altri tipi di strutture, perché questo sistema può essere utilizzato per debellare efficacemente i nemici invisibili che si annidano negli ambienti indoor aperti al pubblico, introducendo anche un’innovativo strumento di tracciabilità e monitoraggio delle disinfezioni effettuate che mette al riparo datori di lavoro e responsabili delle strutture per quanto concerne gli adempimenti negli ultimi tempi diventanti molto stringenti in tema di sicurezza e salubrità degli ambienti confinati. 

Difendersi da tutto ciò che è piccolo…

«Microdefender significa “difesa da tutto ciò che è piccolo”, dove con piccolo si intende qualsiasi agente patogeno, invisibile all’occhio umano e non solo esprime l’azione di difesa da un pericolo invisibile, bensì anche una metodologia con la quale si svolge tale attività. L’ottica con la quale è stato creato è quella di avere una procedura standard con la quale raggiungere sempre il medesimo risultato qualitativo in termini di efficacia microbiologica per l’attività di disinfezione delle superfici per via aerea», spiega il product manager della società Marco Ravasi. Un sistema molto innovativo in quanto, a differenza di altri prodotti simili, consente un costante lavoro di tracciamento delle attività di disinfezione. «Abbiamo prodotto un sistema di tracciabilità, monitoraggio e controllo di ogni attività di riduzione della carica microbica all’interno di un ambiente confinato che permette all’utente finale di ottenere un risultato, in termini di abbattimento microbico, sempre certo ed incontrovertibile, esplicitato da un certificato di avvenuto trattamento, generato in automatico al termine di ogni attività, che consente quindi di creare un certificato di avvenuto trattamento», spiega Ravasi. «Mediante una procedura univoca e standardizzata, il sistema è in grado di rilevare tutte le informazioni necessarie ad espletare l’attività di disinfezione, controllare che l’attività venga svolta in conformità alla procedura impartita e procedere automaticamente allo svolgimento del trattamento. In questo modo l’operatore non è soggetto ad attività di diluizione di prodotti chimici e configurazione manuale dei dispositivi. Inoltre ogni attività svolta è consultabile all’interno di una piattaforma network dedicata, con accesso personalizzato, che archivia ed elabora i dati raccolti, redigendo un vero e proprio certificato, attestante l’avvenuta attività. In questo modo si ottengono due risultati: evitare errori da parte degli operatori ed avere la certezza di aver svolto un’attività nella modalità corretta da parte del datore di lavoro».

…in modo semplice

Anche la facilità di utilizzo è uno dei suoi plus. Si compone, infatti, di una gamma di dispositivi di nebulizzazione “dry fog”, alcuni trasportabili come dei trolley, altri invece fissi, applicabili a parete o mediante apposito piedistallo e azionabili da remoto; un prodotto disinfettante a base di perossido di idrogeno, un sistema di identificazione univoca degli ambienti, operatori e prodotti chimici ed una piattaforma network di controllo e gestione delle attività.

Settori di applicazione

Uno degli ambiti in cui è più utilizzato Microdefender è sicuramente quello ospedaliero, anche se può essere usato all’interno di qualsiasi ambiente confinato. «Il nostro sistema», sottolinea Ravasi, «potrebbe risolvere in maniera decisiva il problema delle infezioni in ambito sanitario, in conseguenza delle quali secondo i dati statistici si sarebbero verificate nel 2018 in Europa circa 44mila decessi. Se utilizzato in ambito sanitario secondo protocolli operativi attuabili, potrebbe contribuire a diminuire i giorni medi di degenza, il tasso di infezioni nosocomiali, l’uso di antibiotici e i risarcimenti danni ospedalieri (con possibilità di notevole riduzione dei premi assicurativi) a fronte dei decessi causati da infezioni». Ovviamente non c’è solo l’ambito sanitario. «Anche nel settore alimentare potrebbe essere molto utile. Per esempio facendo diminuire sensibilmente i casi di ritiro di prodotti dal mercato a causa della presenza di agenti patogeni e in alcuni casi, soprattutto nei reparti di confezionamento, allungando la vita utile dei prodotti nonchè la qualità degli stessi. Così come potrebbe portare beneficio alla vita quotidiana di ogni persona, sia per quanto riguarda l’ambito lavorativo, attraverso l’adempimento del decreto legislativo numero 81, sia per quanto riguarda la qualità degli ambienti comuni in cui la presenza delle persone si manifesta in modo massivo». Il tutto tramite una serie di certificazioni che ne garantiscono qualità, efficacia e sicurezza. Microdefender viene, infatti, prodotto rispettando i criteri di qualità Iso 9001:2015 e Iso 13485:2016. Tutti i dispositivi di nebulizzazione sono conformi al nuovo regolamento dei dispositivi medici Ue 2017/745 e alle norme En 60601-1-2:2018, En 60601-1:2006 per quanto riguarda la sicurezza elettrica e compatibilità elettromagnetica. La stessa formulazione disinfettante è conforme alla Direttiva dei dispositivi medicali e l’efficacia (in relazione alla riduzione della carica microbica) è stata dimostrata in conformità alle norme tecniche europee elaborate dal Cen (Comitato europeo di normazione), attraverso test svolti presso il Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università San Raffaele di Milano coordinato dal professor Massimo Clementi, virologo. «In particolare», spiega Ravasi, «facciamo riferimento alla norma En 17272:2020 – Metodo per la disinfezione ambientale mediante processi automatici. Inoltre, la sicurezza relativa alla trasmissione dei dati verso la piattaforma network è stata sottoposta a penetration test svolti da Tuv Austria». Una garanzia che ci mette al riparo dai tanti pericoli invisibili che ci circondano nei luoghi dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo.

www.microdefender.it