Nella top 3 dei principali fattori di rischio e potenziali cause della diminuzione di produttività dei dipendenti per le aziende nel 2022 c’è la salute mentale, che si trova precisamente al secondo posto, dopo covid-19. È quanto emerge dal Risk Outlook 2022, presentato dal leader mondiale per la gestione dei rischi in materia di salute e sicurezza International SOS. L’indagine ha coinvolto circa 1.000 decisori senior in materia di salute, sicurezza e mitigazione del rischio dei dipendenti e l’evidenza principale riguarda il fatto che le organizzazioni nel 2022 si aspettano di dover affrontare un aumento dei rischi. Più dei due terzi degli intervistati, infatti, prevede che i rischi per la forza lavoro aumenteranno o rimarranno gli stessi del 2021.
Se comprensibilmente, come anticipato, covid-19 rimane in cima alla lista (67%), ben il 36% dei professionisti intervistati indica i problemi legati alla salute mentale come principale ostacolo alla produttività. I sentimenti di isolamento dovuti al lavoro a distanza a lungo termine, combinati al potenziale di stress di lavorare accanto a colleghi non vaccinati, potrebbero rappresentare sfide complesse per le parti interessate che devono gestire i piani di ripresa delle operazioni. Le aziende si sono rese conto che uno staff pienamente impegnato e in salute per essere efficiente ha bisogno di solidi canali di comunicazione, per questo motivo un approccio collaborativo e una maggiore attenzione alla salute e al benessere del personale sono ora considerati come essenziali per poter dare una risposta efficace alle crisi. L’aumento della preoccupazione per il tema della salute mentale si ripercuote tra l’altro anche sulle sfide operative avvertite dalle aziende come maggiormente impegnative: per il 21% degli intervistati una delle principali sfide a livello organizzativo per il 2022 è proprio l’affrontare i problemi legati alla salute mentale.
Per la prima volta la salute mentale è nella top 3 dei rischi
“La salute mentale è entrata per la prima volta nella top 3 e la percentuale degli intervistati che la considera una causa del calo della produttività è in aumento di quattro volte rispetto all’anno scorso – dichiara Francesca Viliani, Director Public Health di International SOS. Sottolineo come questo non si applichi solo al benessere dei dipendenti, infatti la salute mentale della comunità è altrettanto importante per garantire benessere e stabilità sociale. La sua assenza può essere collegata anche al rischio di crimini violenti ed estremismi, che possono verificarsi altresì in aree urbane a basso rischio”.
La salute mentale non è però l’unico fattore che preoccupa gli intervistati. Infatti, dall’indagine emerge che ad impattare sulla produttività dei dipendenti saranno anche altri fattori: il 21% parla di disastri naturali, incluse condizioni climatiche estreme; il 19% di problematiche legate al trasporto; il 16% di minacce alla sicurezza, disordini civili e valutazione di rischi specifici per Paese.
“È essenziale che le organizzazioni implementino misure preventive appropriate per affrontare i rischi associati alla salute mentale e agli altri fattori che risultano essere fonte di preoccupazione, per garantire un agevole ritorno alle operazioni mentre la loro forza lavoro rimane sana, sicura e produttiva – dichiara Franco Fantozzi, Senior Security Advisor International SOS. Il benessere della forza lavoro è una componente chiave per assicurare un business resiliente e sostenibile”.