Lo tsunami provocato dal Covid-19 un anno fa ha portato le Banche centrali a varare piani di sostegno senza precedenti nella storia, ai quali si sono aggiunti i piani di rilancio economico. Le Borse mondiali hanno così potuto recuperare le perdite iniziali, superando talvolta i livelli pre-pandemia, con un rialzo medio delle quotazioni azionarie del 76% rispetto ai minimi raggiunti il 23 marzo 2020 (performance in dollari dell’indice Msci Acwi al 16 marzo 2021, ndr).
Dopo questo balzo molto spettacolare dell’economia e delle Borse ora ci si domanda quali ripercussioni avranno sui prezzi tutte le misure adottate? E, in caso di rialzo eccessivo dei prezzi o di surriscaldamento dell’economia reale, quale sarà l’atteggiamento delle Banche centrali che da molti anni mantengono i tassi d’interesse a livelli estremamente bassi per sostenere un’economia in affanno dopo la crisi del 2008? E ancora: quali saranno le conseguenze per i mercati azionari? Al momento – secondo Didier Saint-Georges, membro del Comitato strategico di investimento di Carmignac – sono due gli scenari possibili. “Il primo è quello classico in cui l’economia produce da sé i propri antidoti ai rischi di surriscaldamento, per esempio attraverso un aumento dei tassi di interesse che frenerebbe la crescita del Pil e dell’aumento dei prezzi”, Saint-Georges.
Il secondo scenario si basa invece sul presupposto che questa volta la situazione sia del tutto diversa, dato che i governi oggi mostrano un’eccezionale determinazione ad agire, con gli Stati Uniti che – dopo aver approvato uno storico piano di aiuti da 1,9 trilioni di dollari – potrebbero trovarsi alla guida di un boom economico alimentato da una spesa pubblica destinata a restare elevata nel tempo. “Seppure difficile da concepire oggi, questa prospettiva, che dipende in tutto e per tutto dalla volontà politica, non può essere del tutto esclusa – afferma Saint-Georges – E le prospettive attuali, quantomeno negli Stati Uniti, ricordano più l’enorme spesa fiscale della fine degli anni Sessanta che la breve azione di stimolo del 2016”.
Sui mercati azionari, oltre a gestire questa incertezza attraverso la classica soluzione della diversificazione, lo strategist ipotizza un altro approccio: investire contemporaneamente in asset finanziari con profili di rischio opposti. “Nel contesto attuale si potrebbero acquistare da un lato azioni di società con attività fortemente correlate alla congiuntura economica e dall’altro aziende che offrono una visibilità molto elevata sulla crescita degli utili e dotate di liquidità sufficiente a controbilanciare il rischio di possibili rallentamenti dell’economia. Questo approccio alla gestione del rischio ha dimostrato la sua validità in periodi di elevata incertezza come l’attuale”, conclude Saint-Georges.