L’offerta di Ryanair volo più hotel sarà stata anche conveniente, ma non è rispettosa del libero mercato. Così sostiene l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha aperto un’indagine per abuso di posizione dominante di natura escludente. In pratica il provvedimento ipotizza che Ryanair farebbe leva sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che se ne avvalgono per comprare tali servizi. Secondo l’accusa la compagnia di viaggio da un lato sembra ostacolare l’acquisto – da parte delle agenzie – dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito, dall’altro consente l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali tramite piattaforma GDS a condizioni che risulterebbero di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post vendita del biglietto. Secondo le accuse la condotta di Ryanair «avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione».
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Ryanair e la lotta contro il decreto voli
La notizia arriva proprio quando la compagnia aerea irlandese era convinta di aver ottenuto dopo molte pressioni la revisione del provvedimento sul caro voli disposto dal governo. In una sua prima bozza il decreto ipotizzava un tetto massimo al prezzo dei voli verso la Sardegna e la Sicilia, e dalle due isole. Lo stesso meccanismo di garanzia che imbrigliava gli algoritmi in uso alle compagnie per decidere i prezzi avrebbe funzionato nel caso di calamità, come terremoti e alluvioni. In queste eccezionali circostanze, i prezzi dei voli aumentano follemente senza che le persone abbiano comode alternative per spostarsi, come auto o treni. Ora, il riferimento a un tetto massimo garantito presente nella prima versione del decreto, all’articolo I uscirà di scena. Un emendamento del governo che sarà presentato oggi stesso in Commissione Industria al Senato, dove il decreto è in esame lo elimina. Per questo Ryanair brinda. Il nuovo testo, però, chiama in causa uno dei Garanti della concorrenza e dei consumatori, come l’Autorità Antitrust. Sarà l’Antitrust ad accertare se le compagnie aeree abusano della loro posizione dominante lungo alcune rotte, forti anche di un uso spregiudicato degli algoritmi. Posizione di potere che produce, come primo effetto, tariffe insopportabili per volare, in particolare d’estate.