La guerra in Ucraina sembra non conoscere ancora la parola fine, con il conflitto che si consolida ed estende il proprio perimetro anche molto lontano da Kiev, soprattutto da un punto di vista economico. È in tale contesto che sia la Russia che la Germania entrano nell’economia di guerra. Cerchiamo allora di capire meglio cosa sta succedendo.
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Russia e Germania in economia di guerra
Iniziamo dalla Russia dove alla Duma sono stati presentati due disegni di legge che hanno l’obiettivo di sostenere le Forze Armate, il che, al dato pratico vuol dire che il Cremlino ha deciso il conflitto sarà ancora molto lungo. Yuri Borisov, vice primo ministro russo, si è così espresso sul tema: “La Russia sta conducendo un’operazione militare speciale da quattro mesi sotto l’enorme pressione delle sanzioni. L’onere per il complesso industriale-difesa russo è aumentato in modo significativo. Per garantire la fornitura di armi e munizioni è necessario ottimizzare il lavoro del complesso militar-industriale e delle imprese che operano in collaborazione con l’industria della difesa”.
I due disegni di legge russi prevedono che il governo possa obbligare le imprese a rispettare i contratti in materia di difesa dello Stato, che il ministero della Difesa possa modificare i termini contrattuali e che il Cremlino aumenti il proprio controllo sulla forza lavoro. L’intero comparto industriale russo potrà quindi essere indirizzato ad una produzione che soddisfi le esigenze militari del Paese.
Per quanto riguarda la Germania, l’economia di guerra è un modo per rispondere alle attività messe in atto dalla Russia. Nella giornata di lunedì 11 luglio il gasdotto principale verso la Germania, il Nord Stream 1, verrà chiuso dai russi per 10 giorni a causa di una manutenzione programmata, ma i tedeschi credono che non riaprirà più. Si guarda dunque all’istituzione di un regime che possa permettere al governo tedesco di intervenire in via emergenziale sui consumi energetici della popolazione, favorendo così un razionamento delle scorte.
In linea con tale mossa è la decisione di Vonovia, il più grande proprietario di immobili tedesco, che comunicato ai propri inquilini che abbasserà la temperatura dei riscaldamenti centralizzati a 17 gradi fra le ore 23 e le 6 del mattino, al fine di ottenere un risparmio dell’8%. E ancora, ad Amburgo, il municipio ha reso noto ai residenti che verrà adottato un razionamento dell’acqua calda in certe ore del giorno, mentre a Berlino è stata abbassata di 2 gradi la temperatura delle piscine all’aperto e a Colonia è stata ridotta l’illuminazione stradale al 70% dalle ore 23.