Rome Ambasciatori Palace, InterContinental

Mood newyorkese e contesto da “Dolce Vita” romana. Chi pensa che un connubio del genere sia introvabile, è evidente che non è ancora stato all’InterContinental Rome Ambasciatori Palace, il nuovo hotelgioiello del “lusso discreto” a 5 stelle che da tre mesi ha aperto i suoi eleganti portoni nella strada più iconica e “americaneggiante” della Città Eterna: quella Via Veneto che, grazie a tutta una serie di investimenti in ambito hospitality, sta conoscendo una seconda giovinezza.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


Un ritorno in grande stile per il brand InterContinental® Hotels & Resorts che mancava da Roma da sette anni e che per l’occasione non ha badato spese, scegliendo per la sua rentrée un palazzo storico neorinascimentale progettato dall’architetto Carlo Busiri Vici e che in origine era stato destinato ad ospitare, appunto, gli ambasciatori in visita a Roma diventando successivamente la biblioteca dell’adiacente Ambasciata americana.

Un restyling da 45 milioni di euro

Due anni e mezzo di lavori e un investimento da 45 milioni di euro: tanto è costato il restyling dell’edificio originale di proprietà del Fondo Star II gestito da Castello SGR e oggetto di una ristrutturazione completa a cura dello studio di interior design IA Interior Architects. Guidato dalla Managing Director of Hospitality Veronica Givone, il team di IA ha re-immaginato gli spazi del vecchio “Ambasciatori”, ammodernandoli ma senza tradire gli elementi architettonici preesistenti, i decori originali, le finiture, la scala monumentale che troneggia a sinistra nella hall.

«Abbiamo lavorato intensamente per progettare, curare e creare l’armonia perfetta per far vivere agli ospiti l’intramontabile eleganza dell’artigianalità italiana», spiega Givone, «l’InterContinental Rome Ambasciatori Palace è una sorta di quintessenza della destinazione romana, il suo design è una celebrazione delle armonie e dei contrasti che attinge dal patrimonio storico di Roma e dal moderno stile tricolore». Come nella migliore tradizione del brand InterContinental® Hotels & Resorts, tutto è stato immaginato per creare quel senso di “lusso discreto e contemporaneo”, quell’eleganza “minimal chic” che non ha bisogno di inutili sfarzi per lasciare gli ospiti incantati.

Design italiano, atmosfere newyorkesi

Iniziati nel 2019, i lavori hanno svalicato il terribile biennio del Covid per restituire alla Città Eterna, il PrimoMaggio scorso, un Rome Ambasciatori Palace riportato a nuova vita, tirato a lucido e pronto a diventare un punto di riferimento per viaggiatori d’affari e di piacere internazionali in cerca di un’esperienza immersiva nelle atmosfere sognanti della Capitale, permeata dalla bellezza e dalla raffinatezza del design tipicamente italiano.

Al di là degli aspetti squisitamente estetici, nella progettazione, ovviamente, è stata data importanza centrale al tema della sostenibilità e dell’efficientamento energetico. I materiali usati sono prevalentemente italiani ed ecofriendly. L’hotel è infatti totalmente plastic free e nelle camere sono state installate, a disposizione degli ospiti, coffee machine con cialde compattabili e “bathroom amenities” e ricaricabili invece delle classiche monouso.

Sia gli ambienti comuni che le 160 tra suite e camere dell’hotel, sono stati pensati e forniti, in sostanza, di tutti i dettagli architettonici necessari a creare un’atmosfera sofisticata e di alto livello, ispirata all’opulenza romanae agli appartamenti di lusso italiani ma con tocco di contemporaneità nei servizi che richiama inevitabilmente anche le atmosfere newyorkesi.

Rooftop bar con vista sui tetti di Roma

Tracce evidenti della Grande Mela, del resto, ci sono nell’offerta culinaria del Rome Ambasciatori Palace che, a corredo della sua offerta di hôtellerie di eccellenza, propone ben tre outlet gastronomici per tutte le esigenze: l’Anita Lounge&Bar per appuntamenti di lavoro e di piacere e il ristorante Scarpetta NYC che, grazie alla partnership con LDV Hospitality e appunto il brand Usa “Scarpetta”, offre ai clienti una cucina romana contaminata dalla tradizione internazionale e newyorkese in particolare.

Al 6° piano, per chi ama le suggestioni delle terrazze con vista panoramica mozzafiato sui tetti di Roma, c’è la grande novità del “Charlie’s”, un rooftop bar unico con una proposta di cocktail e mixology innovativa, musica live e delicatessen che fanno molto New York, appunto, come i “maritozziall’astice, una versione romanizzata del celebre lobster roll, e i New York Pretzel, una vera tradizione culinaria newyorkese, rivisitata con miele e da abbinare a cocktail ricercati e con ingredienti particolari.

Si punta al mercato Usa con vista sul Giubileo

La forte impronta a stelle e strisce che oggi caratterizza il Rome Ambasciatori Palace, del resto, non è legata solo alla storia dell’hotel né alla nazionalità di InterContinental Hotels & Resorts. «Sul mercato romano, storicamente, c’è sempre stata una predominanza di americani che in percentuale rappresentavano il mercato di riferimento più grande – spiega il management – negli ultimi tempi, la percentuale di viaggiatori in arrivo dagli Usa è aumentata ancora di più. Ciò potrebbe essere dovuto anche alle chiusure causate dal Covid, che hanno avuto un impatto economico sugli investimenti degli americani. Nel corso degli ultimi due anni, hanno avuto meno opportunità di contribuire, e di conseguenza, hanno potuto risparmiare di più».

Dal punto di vista della clientela, manca il mercato russo e c’è una grossa fetta dell’Asia che non è ancora presente sul mercato della Capitale, ma al civico 69 di via Veneto si guarda con fiducia al 2025, al grande appuntamento con il Giubileo: «Un evento – sono tutti convinti – che potrebbe avere un impatto significativo sul mercato romano e influenzare ulteriormente le dinamiche economiche per almeno un paio d’anni».