Borse sull’ottovolante e investitori spaventati. Riscatti monstre dai fondi e alta volatilità dei prezzi. Economia in recessione e annunci di interventi governativi multimiliardari. In questo scenario, nessuno sa cosa accadrà domani alle reti del risparmio gestito, ma cercare di capirlo è già una nota di merito.
Ci ha provato Mediobanca Securities che guardando alle crisi passate, ha calcolato che i flussi di sottoscrizioni dovrebbero restare positivi, ma inferiori del 40% rispetto alla media. “I clienti sono diventati sempre più avversi al rischio e la principale soluzione attualmente spinta dalle reti è quella dei piani di accumulo. Pertanto, riteniamo che un rallentamento dei flussi sia più che probabile in questa fase”, spiega una nota di Mediobanca, i cui analisti hanno provato a calcolare anche come andrà la raccolta dei quattro player della consulenza finanziaria quotati a Piazza Affari, Fineco, Azimut, Banca Generali e Banca Mediolanum, mettendola in relazione con quanto è accaduto alle singole reti nelle ultime cinque crisi di mercato (2002, 2008, 2011, 2015 e 2018).
Secondo l’investment bank, solo Azimut e Banca Generali hanno registrato dei deflussi netti e in un solo anno (118 e 143 milioni di euro nel 2008). In tutti gli altri casi i dati mostrano afflussi positivi, anche in momenti di grandi correzioni. “Storicamente il rapporto tra raccolta netta nel risparmio gestito e masse si è attestato al 9,6% e al 9,8% per la raccolta netta totale. Durante le cinque correzioni di mercato considerate, tali livelli si attestano, rispettivamente, al 5,6% e all’8,5%. Quindi in anni come quello attuale il calo dei flussi potrebbe attestarsi al -40% per i prodotti gestiti e al -10% sul totale”, spiega Mediobanca.