Le differenze inventariali costano ai retailer europei oltre 49 miliardi di euro all’anno: tradotto in linguaggio corrente, questo significa che i furti nei negozi intercettano nell’insieme in Europa un giro d’affari pari a quello del quarto gruppo di distribuzione continentale. E’ una – una sola – tra le tante sorprendenti notizie racchiuse nel rapporto “Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage”, condotto da Crime&tech, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime, con il supporto di Checkpoint Systems, leader globale nella fornitura di soluzioni from source to shopper per il settore retail. Questi 49 miliardi di perdita sono calcolati come somma del valore delle differenze inventariali (1,44% del fatturato) e delle spese relative alla sicurezza (0,61%). I cinque prodotti più rubati per valore nel settore retail sono stati, tra i prodotti alimentari, bevande alcoliche, formaggi, carne, dolci e pesce in scatola. Nel settore dell’abbigliamento sono accessori, maglieria, pantaloni e camicette i prodotti più rubati, mentre telefoni cellulari e accessori sono in cima alla lista rispettivamente nel settore dell’elettronica e tra gli attrezzi di alto valore nei negozi di fai-da-te.
Quanto all’Italia, l’industria del taccheggio frutta 3,3 miliardi di euro all’anno. Si stima che la spesa per le misure di sicurezza sia attorno ai 1,5 miliardi di euro all’anno. Il costo totale attribuibile alle perdite nel settore retail in Italia può quindi essere stimato sui 4,8 miliardi di euro all’anno (circa 80 euro pro capite all’anno).
Le aziende italiane del settore retail hanno registrato, in media, un tasso di differenze inventariali dell’1,2% del loro fatturato, comprese le perdite note e sconosciute (media degli anni 2015-2016-2017, con una media dell’1,2% nel 2017) ma il valore varia a seconda del settore. I valori delle differenze inventariali più elevati per il 2017 si registrano nei punti vendita situati nelle province di Genova, Milano, Imperia, Bologna e Napoli. Secondo i retailer, il taccheggio è la causa più frequente delle differenze inventariali in Italia, seguito da furto con scasso e rapina.
Oltre al “grab and run” i metodi più utilizzati sono la rottura di etichette/placche antitaccheggio e l’uso di borse schermate. La maggior parte dei rispondenti italiani sottolinea il ruolo svolto dalle micro-bande, composte da 3-4 persone, spesso
specializzate e ben attrezzate (con distaccatori di etichette antitaccheggio, jammer, magazzini dove conservare la merce rubata) e intente a colpire più bersagli.
– I retailer italiani spendono in media lo 0,5% del loro fatturato in misure di sicurezza. Le contromisure più frequentemente adottate sono i sistemi di videosorveglianza, seguiti dagli allarmi.