Il Superbonus non è il solo problema delle aziende italiane, anche i ritardi nella restituzione dei crediti Iva alle imprese spesso pesano sui bilanci.
“Noi cooperatori e cooperatrici siamo per natura molto attenti alla dimensione collettiva e cerchiamo sempre di fare uno sforzo in più per andare incontro all’interesse generale, ma questa situazione è diventata intollerabile” – afferma Alessandro Maggioni, Presidente di CCL (Consorzio Cooperative Lavoratori) e Confcooperative Habitat, in una videodichiarazione, con una riflessione sollecitata dalla vicenda della cessione dei crediti sul Superbonus per arrivare alla strutturale e annosa questione della restituzione dei crediti IVA alle imprese da parte dello Stato.
LEGGI ANCHE: Investire nel mattone digitale: piccoli importi per grandi progetti
Le difficoltà colpiscono anche le cooperative
Spesso e volentieri i ritardi nella restituzione dei crediti Iva alle imprese, causano un effetto domino che si riflette su tutta la filiera
“Cito l’esperienza di due nostre Cooperative, la Cooperativa CCLCerchiCasa, da me presieduta, e la Cooperativa Solidarnosc Ripa Ticinese, aderenti a CCL, che hanno realizzato due interventi, rispettivamente in via Argelati e in Ripa di Porta Ticinese. La prima vanta un credito IVA nei confronti dello Stato pari a 1 milione e 460 mila euro, di cui 260 mila di Iva del 2016, 600 mila del 2018, e 600 mila del 2019. Solidarnosc Ripa, invece 1 milione e 20 mila euro, di cui 520 mila nel 2018 e 500 mila nel 2020. Quindi, dai 7 ai 3 anni stiamo prestando denaro a basso costo allo Stato. Si tratta di crediti IVA maturati nel tempo poiché la cooperativa – come ogni impresa del settore – acquista beni e servizi con IVA al 22% o 10% ma, assegnando poi gli alloggi ai soci con IVA al 4% o al 10% (a seconda che si tratta di prima o seconda casa) va naturalmente a credito. Tale compensazione è prevista nei budget di ogni iniziativa ma, da un punto di vista finanziario, la fisiologia di un rimborso IVA sarebbe da vedere in un tempo compreso tra i 12 e massimo 18 mesi dalla sua maturazione. Tutto ciò crea difficoltà gestionali e tensioni finanziare a catena perché, per esempio, nella Cooperativa CCLCerchicasa dovremmo pagare l’ultima tranche – pari a 700 mila euro- all’impresa che ha terminato gli alloggi ma, dato che la Cooperativa, in questo momento, non ha sufficiente liquidità sul conto corrente a causa del mancato rimborso IVA, non possiamo saldare il dovuto. Penso che forse servirebbe parlare meno delle emergenze sui crediti del superbonus – crediti maturati in poco tempo – e capire i problemi reali, le patologie, che le imprese di questo Paese si trovano ad affrontare sia dal punto di vista procedurale che da quello finanziario con questioni strutturali sia una necessità che possa giovare tutto il sistema imprenditoriale nazionale”.
LEGGI ANCHE: Bonus casa 2023, 7 milioni di italiani sono rimasti esclusi