Nello scenario economico attuale, caratterizzato da rendimenti compressi e spinte inflazionistiche, gli investitori si trovano ad affrontare la sfida di generare rendimenti almeno sufficienti a non svalutare il capitale, a condizioni accettabili di liquidità e di rischio. Questa sfida è particolarmente accentuata per le tesorerie aziendali, che a fronte di ampie disponibilità liquide devono trovare delle allocazioni di capitale che possano permettere di raggiungere un extra rendimento.
Bassi tassi di perdite e minori incagli
Una tipologia di investimento ‘alternativo’ a cui possono guardare i Cfo per far fronte a questa situazione è quella degli Abs (Asset backed securities) o fondi di Abs, che rispetto ai fondi o titoli corporate del generico mercato fixed income, offrono oggi un relative value maggiore, a parità di rischio/rating. Si tratta di strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione, i cui ritorni sono dipendenti e garantiti dagli attivi sottostanti. Possono essere creati con diverse tipologie di collaterale – crediti commerciali, bancari, mutui, finanziamenti al consumo, etc – e possiedono meccanismi di diversificazione (per geografia, settore, prodotto) e protezione. Inoltre, attraverso il processo del “tranching”, è possibile creare titoli con diversi gradi di liquidità, rischio e rendimento. Il mercato outstanding delle cartolarizzazioni in Europa è estremamente ampio, con un valore di circa 1.200 miliardi, e il mercato degli Abs italiano è il 4° per dimensione in Europa e con 145 miliardi di euro rappresenta circa il 15% del totale. Tra le varie tipologie di cartolarizzazioni italiane, il 27% è costituito da Rmbs, basati su mutui residenziali, che negli ultimi 15 anni hanno registrato solide performance, con bassi tassi di perdite e minori incagli rispetto altri Paesi europei grazie a un solido processo di strutturazione e a diversi meccanismi interni di protezione.
Il mercato è in continuo sviluppo
Negli ultimi anni si sono diffusi nuovi prodotti cartolarizzati grazie allo sviluppo di piattaforme fintech che permettono lo sconto delle fatture. Un tipo di Abs sicuramente più familiare per i manager aziendali è proprio quello legato alla cartolarizzazione di crediti commerciali. Con le ultime innovazioni, tramite portali digitali le aziende possono vendere le proprie fatture pro-soluto ricevendo liquidità immediata, attraverso un canale complementare a quello tradizionale che si distingue per flessibilità e rapidità di esecuzione. Questi strumenti possono non solo aiutare le aziende nella gestione delle proprie passività, ma anche rappresentare un’opportunità di investimento attraente per le tesorerie, offrendo un doppio beneficio al mondo corporate. Un altro esempio di investimento interessante è costituito da Abs a tasso variabile, dipendenti dai flussi di cassa generati da un collaterale di crediti erogati a Pmi italiane e garantiti dal Fondo centrale di garanzia: le classi senior, interamente coperte dalla percentuale garantita, offrono rendimenti superiori all’1%, mentre le note junior riportano rendimenti a doppia cifra.
I vantaggi dei Clo
Negli ultimi anni, i Clo (Collateralized loans obligations) hanno attratto un’attenzione crescente da parte della maggior parte degli investitori, tesorerie comprese. Infatti, il mercato dei Clo europei, con un valore di oltre 200 miliardi, è tra i più liquidi del momento. I Clo offrono all’investitore diversi profili di rischio/rendimento e le tranche di Clo presentano un valore relativo maggiore rispetto alle più comuni asset class del credito: ad esempio, le note ‘BBB’, pur essendo titoli investment grade, offrono un rendimento (pari a circa 350 punti base) superiore di oltre 70 punti base rispetto ai bond high yield. A parità di rating, offrono spesso più del doppio del rendimento dei normali corporate bond. Le tesorerie che presentato esigenze di breve durata e maggior liquidità, possono investire in categorie con rating più alto (AAA/AA) e con rendimenti tra i 100-200 punti base, selezionando i titoli con duration inferiore ai tre anni o affidandosi a società specializzate nel settore come P&G, investendo in fondi aperti di Abs o creando gestioni “taylor made” per le proprie esigenze.