Reddito di cittadinanza, addio: arriva la Misura di inclusione attiva. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, entro un paio di settimane la ministra del Lavoro, Elvira Calderone, porterà in Consiglio dei ministri il decreto legge per riformare il Reddito di cittadinanza, che diventerà appunto Misura di inclusione attiva. Ma al di là dei nomi, quello che conta è la stretta: mentre infatti per le famiglie povere (quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile, che rispettano i requisiti Isee richiesti) il sussidio di base dovrebbe restare di 500 euro, per gli occupabili dovrebbe scendere a 375; e mentre per i primi la durata, per la prima volta, dovrebbe restare di 18 mesi, per i secondi scenderà a un anno.
Reddito di cittadinanza, addio: con la Misura di inclusione attiva rinnovi più brevi
Dovrebbe trovare spazio anche la proposta del decalage avanzata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Mentre il Reddito di cittadinanza si poteva richiedere, una volta scaduto, per la stessa durata di 18 mesi, la Mia si ridurrà a 12 mesi per le famiglie povere, a 6 mesi per gli occupabili. Stretta anche sull’Isee richiesto: dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro, escludendo circa un terzo della platea di potenziali beneficiari. Anche se sarà migliorata, invece, l’assistenza ai nuclei familiari numerosi. Inoltre, per non incorrere nelle censure della Consulta e di Bruxelles, dovrebbero essere ammessi alla Mia soggetti con la residenza in Italia da 5 anni, invece che da 10.
Misura di inclusione attiva, il ruolo delle agenzie del lavoro
La Mia scatterà solo dopo che i nuclei familiari senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale, e gli occupabili ai centri per l’impiego dove dovranno sottoscrivere un patto. Saranno coinvolte anche le agenzie private del lavoro, che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time. Basterà rifiutare un’offerta di lavoro per non avere più diritto alla Mia. L’offerta verrà ritenuta congrua se in linea con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell’ambito della provincia di residenza del beneficiario o delle province confinanti. Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni.