La stabilizzazione del rapporto tra il debito pubblico e il PIL dell’Italia è basata su ipotesi soggette a margini di incertezza. Qualora queste ipotesi si avverassero solo parzialmente, potrebbe essere necessario uno sforzo di bilancio maggiore rispetto a quanto previsto nella Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza).
Come si stabilizza il rapporto debito/PIL, cosa dice l’UPB
In particolare, le prospettive finanziarie saranno influenzate dalla piena attuazione degli interventi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), poiché non ci sono più margini per ulteriori rinvii, e da eventuali modifiche in corso d’opera che potrebbero derivare dalla revisione del Piano, insieme al capitolo REPowerEU, recentemente inviata alla Commissione europea.
La presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Lilia Cavallari, ha sottolineato queste incertezze durante un’audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato nell’ambito dell’esame della Nadef 2023.
Inoltre, secondo Cavallari, vi è incertezza riguardo all’effettiva realizzazione del programma di dismissioni mobiliari annunciato nella Nadef, dal quale dovrebbero derivare proventi pari almeno all’1,0% del PIL entro il 2026. Questi importi sono significativi, considerando i dati sulle privatizzazioni degli anni precedenti alla crisi pandemica.