Ada Rosa Balzan, fondatrice di Arb, società benefit

Si fa presto a dire sostenibilità: ma quanti miti da sfatare! È quel che fa un libro di Ada Rosa Balzan, docente universitaria esperta del tema e fondatrice di Arb, società benefit che misura la sostenibilità delle aziende, fin dal titolo “L’impatto zero non esiste”. «Vediamo spesso questa comunicazione ad effetto, “prodotto a impatto zero”, ma scientificamente non può esistere» dice Balzan, «ogni azione genera un impatto, ambientale e non solo, è fondamentale che questo si capisca. Anche mentre parlo emetto CO2, quindi ho un impatto ambientale, e dico cose che possono influenzare, cambiare o confermare il pensiero del mio interlocutore, quindi ho un impatto sociale». Questo porta al prossimo mito da sfatare: «Sostenibilità non è sinonimo di green e di ambiente» rimarca l’autrice, «purtroppo nel contesto italiano la percezione quando si parla di sostenibilità è che ci si riferisca a questioni ambientali quali la raccolta differenziata o le energie alternative. Invece se ne parliamo correttamente dobbiamo sempre tenere compresenti i criteri Esg, sociali e di governance oltre che ambientali». Anzi, l’aspetto ambientale a ben vedere è meno importante rispetto agli altri due. «Il peso è nettamente superiore sulle tematiche sociali e di governance, cosa non percepita in Italia» sottolinea Balzan. 

«Il Sasb, Sustainability account standard board, utilizzato anche da Blackrock per l’analisi dei rischi finanziari, su 26 tematiche Esg ne ha inserite solo 6 ambientali, 10 sono sociali e 10 di governance. Forse dovremmo rovesciare l’acronimo per far capire l’ordine di importanza, non più Esg ma Sge. In questo modo passerebbe il messaggio che sono le attività antropiche che impattano sull’ambiente, e quindi abbiamo la responsabilità delle nostre scelte e azioni. Dobbiamo cambiare governance, modalità di gestione delle organizzazioni, e la cultura di che cos’è la corretta sostenibilità». 

Perché i miti da sfatare sono tanti, eccone un altro: «Salviamo il pianeta. Macché: se anche la temperatura si alzasse di 20 gradi, il pianeta continuerebbe a esistere, saremmo noi a estinguerci. Se passasse questo messaggio, forse si comprenderebbe la necessità e l’urgenza che abbiamo tutti di intervenire». Avanti con i miti. «Andando nello specifico del prodotto, l’idea che biologico sia sinonimo di sostenibile è sbagliata, deriva dal fatto che non vediamo la sostenibilità nella sua interezza» mette in evidenza l’autrice del volume. «Posso avere un prodotto biologico perché segue un protocollo, ma se viene utilizzata manodopera in nero, quel prodotto è certificato biologico, ma non posso definirlo sostenibile. Mentre viceversa posso trovare un prodotto sostenibile che però non ha seguito il percorso della certificazione biologica». 

Quando si sconfina nel greenwashing? «Quando non ci sono dati, ma solo affermazioni generiche e non c’è modo di provare quel che si afferma» scandisce Balzan. «”100% naturale” per esempio è uno dei casi più diffusi di greenwashing, perché non c’è nessun valore aggiunto né dato sulla sostenibilità. Anche l’arsenico è 100% naturale, ma non penso che per noi sarebbe un valore di qualità del prodotto. Informazioni generali, come anche “amico dell’ambiente”, se non ci sono dati per dimostrare che si sono ridotti gli impatti seguendo metodologie riconosciute a livello internazionale, sono claim semplicemente di marketing». 

Con questo approccio scientifico, di dimostrazione, e soprattutto utilizzando sempre standard internazionalmente riconosciuti è nata Arb. «Il primo algoritmo nato in Arb, C rating, mette insieme tutto ciò che è internazionalmente riconosciuto per la misurazione della sostenibilità a seconda del settore di appartenenza dell’azienda e anche per dimensione, un altro aspetto essenziale» spiega la fondatrice. «Abbiamo avuto fin da subito la partnership essenziale di Sasb, perché ha sposato il nostro approccio oggettivo scientifico nella misurazione. L’evoluzione è continuata in questa direzione con Sr tool, strumento per la rendicontazione dei bilanci di sostenibilità: in questo caso abbiamo avuto il riconoscimento di Gri, Global reporting initiative, lo standard più utilizzato a livello internazionale».