di Paola Belli
La Banca centrale europea lo ha scritto nero su bianco nei risultati del secondo stress climatico: la mancata accelerazione della transizione verso modelli economici sostenibili non risparmierebbe nessuno. Se da un lato aumenterebbe i costi di medio periodo per famiglie e imprese e ridurrebbe la redditività delle aziende e il potere d’acquisto degli individui, dall’altro accrescerebbe il rischio di credito per le banche. In aggiunta un ulteriore ritardo nella transizione significherebbe non raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e aggravare l’impatto di costosi rischi fisici. Anche per questi motivi le banche più all’avanguardia si stanno muovendo per trainare la rivoluzione green sia nel modello di business sia nella direzione di una maggiore sensibilizzazione e divulgazione al pubblico. è il caso di Banca Generali la cui attenzione per la sostenibilità si inserisce nel percorso di impegno e responsabilità sociale del gruppo del Leone che ha visto crescere progressivamente obiettivi e ambizioni allargando l’ambito di intervento. A metà del piano industriale 2022-2024 la banca ha evidenziato una crescita da 6,5 miliardi di masse Esg di fine 2021 (pari al 14,6% delle soluzioni gestite) ai 14,1 miliardi al termine del primo semestre 2023, pari al 33,7% del gestito totale. Per fine 2024 si conferma l’obiettivo del 40% di prodotti Esg (fondi e wrappers) sul totale delle soluzioni gestite complessive.
Più nel dettaglio la realtà del Leone in coerenza con il proprio percorso d’innovazione, ha sviluppato un approccio volto alla promozione di investimenti che integrano fattori ambientali, sociali e di buon governo (Esg). Nello specifico vengono proposte strategie d’investimento sostenibili e portafogli costruiti con l’obiettivo di tenere in considerazione le diverse sensibilità e preferenze dei clienti, anche negli ambiti Esg. L’istituto integra costantemente la propria offerta guidata anche dai principi di investimento responsabile, contemplando strategie Esg con un focus su trend quali l’economia circolare, la tecnologia sostenibile e medicale, le nuove modalità di comunicazione e gli approcci ad impatto. E con la collaborazione di Mainstreet Partners, Banca Generali ha sviluppato una piattaforma proprietaria in grado di fornire una valutazione approfondita del livello di sostenibilità dei singoli prodotti d’investimento e di calcolare il loro grado di allineamento ai singoli Sustainable Development Goals (SDGs) promossi dalle Nazioni Unite, “fisicizzandone” il contributo positivo attraverso opportune metriche. Queste misurazioni legate agli SDGs e al contributo positivo dell’investimento, quali ad esempio riduzione dell’inquinamento, acqua risparmiata, sostegno a comunità locali o uguaglianza di genere, sono disponibili per un perimetro selezionato dei prodotti appartenenti all’universo investibile. Anche il servizio di gestione di portafogli è stato arricchito con nuove linee di gestione, alcune delle quali orientate alla sostenibilità.
Al centro di questo processo vengono messe le persone. L’obiettivo triennale volto a una maggiore formazione e coinvolgimento verso le tematiche Esg, vede la banca a pieno ritmo avendo già coinvolto il 71% dei propri dipendenti in attività formative dedicate (target 70% al 2024) con il 30% della rete già padrona di un bagaglio di conoscenze approfondite in ambito Esg (target al 50%).
L’impegno della banca nella trasparenza di governance ed engagement verso gli stakeholders ha visto aumentare i rating dalle principali agenzie incaricate sui livelli di best practices del settore (Msci score A da BBB del 2022, Standard Ethics EE+ ai massimi in Italia, Moodys 62/100), dove si segnala l’ultima revisione dall’agenzia di rating Esg di Morningstar – Sustainalytics – che ha recentemente migliorato ulteriormente il giudizio a 7,8 punti “Negligible Risk”, confermando il posizionamento di Banca Generali che ormai da due anni resta la prima nel settore Asset Manager & Custody Services su circa 400 operatori globali.
Gli sforzi della private bank vanno anche nella direzione della sensibilizzazione del pubblico verso i temi Esg come emerge da Bg4Sdg’s ‘Time to Change’ che nasce come progetto fotografico dedicato ad esplorare il mondo della sostenibilità attraverso la matrice universale dei 17 SDGs che compongono l’Agenda Onu 2030.
Stefano Guindani, fotografo di fama internazionale, ha esplorato i Sustainable Development Goals attraverso la lente del proprio obiettivo, per rendere visibile lo stato di realizzazione dei 17 ambiziosi traguardi definiti dalle Nazioni Unite, l’emergenza di determinati obiettivi universali che scontano ritardi nelle azioni dell’uomo ma anche l’impegno e la speranza di esempi virtuosi che si inseriscono nello spirito dell’Onu.
Le foto più rappresentative sono state scelte per una mostra itinerante che ha trovato un primo palcoscenico nella città di Venezia a settembre – quando è andato in onda in anteprima anche il docufilm prodotto da Cannizzo Produzioni per la regia di Emanuele Imbucci e con la voce narrante dell’attrice Rocío Muñoz Morales – per poi spostarsi a Milano ad ottobre. La mostra si sposterà poi in altre prestigiose location nel corso del 2024.
“Questo progetto è frutto dell’impegno della banca che ha mosso i primi passi nella preposizione di un’offerta ad hoc per arrivare a una governance d’eccellenza, passando per la ridefinizione ormai nel lontano 2017 del proprio modello di business costruito intorno ad una vision non più solo di qualità e innovazione, ma anche e soprattutto di sviluppo sostenibile», ha commentato l’amministratore delegato Gian Maria Mossa. «Dal nostro ruolo al fianco delle famiglie nella ‘protezione’ dei loro patrimoni e progetti di vita alla sensibilità per le sfide dell’Agenda Onu 2030 il passo è stato dunque breve, così come la ricerca di uno storytelling che non si limitasse alle finalità di comunicazione, ma fosse in grado di spalancare nuove idee dando vita ad ulteriori iniziative capaci di contribuire agli obiettivi globali».