crescita economica

La crescita economica dell’ultimo trimestre 2022 chiude in negativo. Tra ottobre e dicembre il Pil è diminuito dello 0,1 per cento, scendendo sotto la media europea ed interrompendo la serie di sette trimestri consecutivi con il segno più. A reggere le sorti del paese sono stati turismo e servizi. Gli analisti avevano previsto una decelerazione più netta, che si aggirava tra il -0,2 e il 0-4. Le previsioni per il 2023 parlano invece di una crescita sull’intero anno che si aggirerà attorno al 3,9%, in questo caso al di sopra delle stime di governo.

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Cosa dice la nota al Def

Nella Nota di aggiornamento al Def gli economisti del Mef avevano infatti indicato un aumento del Pil del 3,7 per cento nel 2002, con una decisa frenata a +0,6 quest’anno. Un dato che ora, nonostante lo spettro recessione continui ad essere da qualche parte evocato, appare più che raggiungibile. Per l’Istat, le cui stime sono ancora in fase preliminare si prevede una spinta dello 0,4 per cento sul 2023. Pur con nessuna variazione l’economia italiana nel corso di quest’anno crescerebbe ugualmente. L’abbassamento dei prezzi dell’energia a livello internazionale potrebbe, almeno per ora, lasciar presagire anche qualcosa in più della crescita zero nei prossimo mesi. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha ribaltato la lettura, che rispetto allo 0,2 per cento previsto per l’Italia a ottobre, ha portato la stima al +0,6 per il 2023, perfettamente in linea, come sottolineato anche dal ministero dell’Economia, con la Nadef.

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