previsioni economiche invernali 2023

Lo scenario dell’economia invernale secondo la Commissione Europea è in fase di miglioramento, come spiega nelle previsioni economiche invernali del 2023. Rispetto alle previsioni autunnali, la situazione sembra leggermente migliorata e le stime di crescita per il 2023 si attestano ora a un + 0,8% in UE e a un + 0,9% in area euro, con la possibilità di evitare una possibile recessione tecnica.

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Una crescita attorno all’1,6%

Secondo la Commissione, i tassi di crescita saranno l’1,6% in UE e l’1,5% in area euro. Il mercato del lavoro è ancora dinamico con un tasso di disoccupazione al 6,1% a fine
2022, che è il più basso di sempre. Qualche segnale leggermente positivo viene inoltre dai prezzi, il cui aumento è rallentato, ed alcune strategie come la diversificazione delle fonti di approvvigionamento sembrano avere funzionato. Malgrado i prezzi energetici siano ancora alti, ad eccezione di quello del gas che è sceso sotto i livelli pre-guerra, le stime sull’inflazione sono state riviste al ribasso. “Un altro fattore – scrive la Commissione Europea – che potrebbe irrobustire la domanda esterna dei Paesi europei è l’allentamento delle misure anti-Covid da parte della Cina, anche se secondo la Commissione, la riapertura cinese potrebbe comportare ulteriori rischi inflattivi globali, che si aggiungono a quelli tuttora presenti, legati ai mercati energetici. Lo scenario internazionale presenta alcuni elementi di miglioramento anche negli USA, in cui i livelli di disoccupazione sono molto bassi e prosegue la politica monetaria restrittiva anti-inflazionistica da parte della FED, che ha alzato i tassi fino al 4,5%”.

Come sta andando l’economia Europea

L’attività economica europea sta attraversando una fase positiva di sviluppo. La crescita stimata nel 2022 è stata del 3,5% sia in UE che in area euro. Il rallentamento previsto nel terzo trimestre del 2022 è stato più lieve di quanto stimato nelle previsioni autunnali. Il consumo privato è aumentato dello 0,6% rispetto al secondo trimestre, in lieve
rallentamento, ma ha comunque contribuito per lo 0,3% alla crescita del PIL. Gli investimenti sono aumentati del 3,2% in UE tra il secondo ed il terzo trimestre.  Alcuni stati membri hanno comunque visto una diminuzione del PIL reale nel quarto trimestre, tra cui Germania (-0,2%) e Italia (-0,1%). Per altri Stati, come Francia (+0,1%) e Spagna (+0,2%) la variazione di PIL è stata positiva. In particolare, nel quarto trimestre 2022, la produzione industriale ha ristagnato mentre il settore delle costruzioni ha recuperato terreno. Globalmente l’output del settore manifatturiero è in aumento in UE. Va comunque segnalato che lo scenario mondiale è caratterizzato da venti contrari. Infatti è previsto un rallentamento globale per tutto il 2023.

Calerà anche l’inflazione

Dopo il forte impatto dello shock inflazionistico del 2022 è previsto in affievolimento nel corso del 2023 e ancora di più nel 2024. Complessivamente, la Commissione stima una
inflazione al 9,2% nel 2022, al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 in Ue, mentre all’8,4% nel 2022, al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024 in area euro. Come è noto, tutte le banche centrali stanno implementando politiche monetarie più restrittive sui tassi e la BCE ha aumentato i tassi di 50 punti percentuali il 15 dicembre e, il 2 febbraio, ha annunciato un ulteriore aumento di 50 punti base, coerentemente con le aspettative dei mercati. Tutti i tassi di interesse applicati alle operazioni di rifinanziamento, prestito e deposito sono stati aumentati. Le aspettative dei mercati ora si attestano sul livello del 3,4% dei tassi
nel terzo trimestre, in aumento rispetto al 3% stimato nelle previsioni autunnali.
Una ulteriore componente della normalizzazione della politica monetaria sarà la progressiva
riduzione delle obbligazioni nel portafoglio della BCE acquistate nell’ambito del programma APP (Asset Purchase Programme). Da marzo 2023, la BCE ridurrà la sua quota di
obbligazioni di 15 miliardi di euro al mese in media, per i primi tre mesi.

Come andrà l’economia italiana

Si stima che nel 2022 la produzione economica italiana, trainata dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti immobiliari, sia cresciuta del 3,9%. Il forte incremento dei prezzi dell’energia nella seconda metà dell’anno, tuttavia, ha determinato, all’interno di un contesto di aumento dei costi di finanziamento, un marcato rallentamento dei consumi privati e degli investimenti delle imprese. Dopo la lieve contrazione registrata nell’ultimo trimestre del 2022, quest’anno l’attività economica dovrebbe riprendere solo gradualmente, poiché i consumi delle famiglie continuano a essere frenati dalla perdita di potere d’acquisto, anche a causa della scadenza delle agevolazioni fiscali sui carburanti per autotrazione (a fine 2022) e di altre misure a sostegno del reddito familiare (a fine marzo
2023). Nella seconda metà dell’anno la spesa per consumi dovrebbe riprendere a crescere parallelamente all’accelerazione degli investimenti, anche grazie al progetto di investimenti pubblici inserito nell’RRP italiano. In media il PIL dovrebbe crescere dello 0,8% in termini reali nel 2023. Si prevede che la componente delle esportazioni nette impatterà negativamente sulla crescita del PIL sia nel 2022 che nel 2023. Nel 2024, si prevede
che le esportazioni diventeranno leggermente favorevoli poiché quelle di beni e servizi beneficeranno di una migliore prospettiva per il commercio interno.

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