C’è un proverbio bellissimo, napoletano – di quelli che Benedetto Croce definì il “monumento parlato del buonsenso” – che va spiegato a Enrico Letta e ai suoi: “O’ cane mozzeca semp’o stracciato”. Significato chiaro: il cane mordace addenta sempre lo straccione, forse perché attratto dal balenare della pelle sotto gli squarci dei vestiti.
Se la sinistra “al caviale” che attualmente priva l’Italia del gusto dell’alternanza possibile (o voti a destra o voti al centro, più in là non si va) comprendesse il senso profondo di questo proverbio, forse cambierebbe il proprio atteggiamento verso il dramma dell’ordine pubblico nel Paese. L’omicidio del folle di Civitanova, la strage dei femminicidi, le morti sul lavoro, sono altrettante tragedie che si concentrano prevalentemente contro persone deboli, marginali, se non letteralmente emarginate. Al rischio delle droghe pesanti sono esposti anche i figli di papà, ma in maniera più vulnerabile i ragazzi cresciuti da soli, in strada.
Ma Letta & C. sono troppo concentrati nella difesa totemica dei diritti civili – e solo di quelli – per curarsi del diritti sociali, primo fra tutti quello alla sicurezza, a cominciare dalla sicurezza sul lavoro. Alle esequie di Alika, Letta ha voluto andare; ai funerali dei 1300 morti sui cantieri e in fabbrica nel ‘22, il segretario Pd non risulta pervenuto. L’ordine pubblico è “una cosa di sinistra”, e basta andare all’ufficio denunce di un commissariato metropolitano per constatare come vi si affollino immigrati male in arnese, ben più che professionisti in doppiopetto.
Nella sua intervista a Economy Tiziano Treu invoca un maggior presidio del territorio, con gli ispettori del lavoro, per prevenire le morti in fabbrica “da incuria”. Ma con una magistratura che non funziona – perché non funziona, e ignora i cosiddetti reati minori – non c’è solo da aumentare la quantità del presidio, ma anche gli ambiti di intervento. Più severità.
La polizia non è fascista se fa il suo dovere senza abusarne, e città più tranquille sono un ambiente migliore innanzitutto per i meno fortunati. (s.l.)