Qual è stato il paese più resiliente contro il Covid?

Il Festival Internazionale del FutureBrand, l’azienda di brand transformation globale, ha recentemente presentato il Country Index 2020, che contiene la classifica dettagliata dei principali brand-Paese. Condotto in piena crisi pandemica, l’indice svela inattese forme di resilienza nell’annus horribilis. Il Giappone mantiene il primo posto in classifica, posizione che aveva conquistato già nel 2014, seguito da Svizzera, Germania e Canada con gli EAU e la nuova Zelanda che entrano per la prima volta nella top ten al 9° e 10° posto rispettivamente. L’Italia, il Regno Unito e gli USA restano nella top 20 nonostante un anno contraddistinto da tensioni politiche e, naturalmente dalle conseguenze dell’epidemia di Coronavirus. Tutt’e tre i Paesi perdono però solo un posto in classifica, dimostrando di possedere brand robusti in grado di resistere alle crisi.

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Quest’anno l’Index ha proposto una serie di domande legate al tema del Covid19, compresi dati qualitativi e quantitativi sulla gestione del virus nei Paesi di residenza degli intervistati. Nel Regno Unito, il 28% dei rispondenti ha detto che il governo ha gestito la crisi “abbastanza bene”; solo il 15% ha detto che la gestione è stata “molto buona” e il 17% ha sostenuto, invece” che la gestione della pandemia sia stata “pessima”. L’Index ha anche eletto i Paesi che meglio hanno saputo affrontare la pandemia: la Nuova Zelanda è al 1° posto, seguita dalla Cina e dalla Germania.

Jon Tipple, Global Chief Strategy Officer, FutureBrand, ha dichiarato: “Ancora una volta l’Index va oltre la lettura del dato del pil e prende in esame parametri più ampi come, per esempio, la percezione della Qualità della vita, il Sistema dei valori, la Storia e la Cultura, che agiscono profondamente nella percezione complessiva di un Paese. Ne risulta un quadro ricco e sfaccettato dei brand-Paese e mette in evidenza il potenziale dei Paesi emergenti a dispetto della loro situazione economica ancora in divenire. L’evidenza più netta dell’Index resta comunque la constatazione che i Paesi che investono nel proprio brand in maniera olistica, riescono a resistere meglio agli shock prodotti dall’incertezza economica, populismi, fake news e stampa di parte e persino alle pandemie”.

L’Italia, come detto, perde un posto, anche se il brand rimane forte. Ma sono due le dimensioni che restano critiche seppur leggermente migliorate rispetto allo scorso anno: il potenziale di business e il sistema dei valori. Infrastrutture, tecnologia e attrattive commerciali non sono ancora all’altezza delle aspettative per un Paese all’ottavo posto nella classifica della Banca Mondiale per Pil. Tolleranza, rispetto per l’ambiente e libertà politica sembrano continuare a pagare lo scotto della litigiosità che domina l’Italia in questo momento storico. La polarizzazione del dibattito politico, condivisa anche con altri Paesi, qui dà l’impressione di una più marcata frammentazione. L’Italia si conferma una meta turistica ambita e l’apprezzamento della sua storia e bellezze artistiche la conferma ancora una volta al primo posto assoluto in quella dimensione, tuttavia perde qualche punto nella dimensione legata al cibo, altro suo atout indiscusso.