Torna l’incubo della crescita del prezzo del gas. Nella giornata di ieri ha rischiato di sforare la soglia critica dei 50 euro al Megawattora e questa mattina il valore dell’indice IGI (Italian Gas Index) era pari a 46,53 euro/MWh, in rialzo rispetto al 10 ottobre attestatosi a 41,06 euro/MWh. L’indice, calcolato giornalmente dal Gestore dei Mercati Energetici – GME, fornisce uno strumento di interpretazione e valutazione delle dinamiche osservate sui mercati del gas in Italia e si propone come un riferimento trasparente e replicabile dagli operatori, per operazioni di hedging e per contratti di fornitura.
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Il sospetto sabotaggio
Già nella giornata di ieri il premier finlandese ha parlato di un sospetto sabotaggio, in merito ai danni subiti dal gasdotto che collega Estonia e Finlandia. Si tratta dell’ennesimo elemento, unito alla guerra in Russia e a quella in Israele a influenzare il prezzo dell’energia, nonostante i depositi energetici siano pieni al 95%. Il gas rimane il problema a livello energetico, come dimostra il rialzo del petrolio solo del 4%. Si era, infatti, stabilizzato dopo l’attacco di Israele intorno a 88 dollari al barile, influenzato in apparenza più dal pessimismo sull’economia che dalla crescente instabilità sul fronte geopolitico. Anche se guerra in Israele non ha finora toccato giacimenti né di petrolio né di gas “La sicurezza energetica del Vecchio continente dipende in gran parte «dall’integrità dei suoi gasdotti e delle infrastrutture per il Gnl», sottolinea Simone Tagliapietra, del think tank Bruegel al Sole 24 Ore.«Sabotaggi o interruzioni dell’offerta potrebbero avere gravi conseguenze”. Le incertezze su questo fronte stanno aumentando ogni giorno di più.