previsioni mutui
Immobiliare in crisi in Italia nel 2023
Le previsioni sui mutui di Istat e Bce non sono del tutto positive. L’accesso al credito principale ostacolo per lo sviluppo del settore, come confermano i dati Istat e l’analisi che è stata condotta trimestralmente dal Centro Studi di Argenta SOA su un campione di circa duemila e duecento imprese.  “I prezzi delle case nuove stanno aumentando (+5,4% nel primo trimestre) e ciò avviene in un contesto di calo anche dei volumi di compravendita: -8,3% la flessione annua registrata nel primo trimestre 2023, dopo il -2,1% del trimestre precedente. I dati Istat sulla produzione nelle costruzioni, diffusi oggi, sono inequivocabili e indicano una situazione nel comparto che, come evidenziano anche Ance e Confindustria, continua a peggiorare”. dichiara Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA, una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche.

Calano la produzione nelle costruzioni

L’analisi dei dati Istat sulla produzione nel settore immobiliare rimandano a uno scenario che non è positivo. “Nel secondo trimestre -spiega Pelazzi – si va verso un calo della produzione nelle costruzioni superiore al 3 per cento rispetto al primo. Un dato che riflette le crescenti difficoltà di finanziamento di imprese e famiglie, con queste ultime che rinunciano a investire nell’abitazione (acquisti e ristrutturazioni) nell’attesa che la situazione economica generale si normalizzi. Questa situazione, secondo le imprese che hanno aderito all’indagine da noi condotta nei mesi scorsi, è vista in peggioramento anche a causa delle più stringenti condizioni per ottenere prestiti, oltre che per la minore disponibilità delle banche ad accordarli, seppure a un costo più alto. In prospettiva, questo rappresenta il problema più grave per lo sviluppo del settore edile e bisogna monitorarlo attentamente”.

Cosa dicono le previsioni sui mutui

I prossimi mesi dell’anno non si annunciano come positivi sia per il settore creditizio che per quello delle costruzioni. Sono le stesse banche che prevedono un inasprimento del credito, ma a un ritmo meno accelerato, anche se le condizioni del credito per famiglie e imprese da parte delle banche nell’area dell’euro hanno continuato a stringersi. La domanda netta di prestiti delle imprese è fortemente diminuita nel secondo trimestre del 2023 nell’area dell’euro, toccando il livello più basso dal 2003. In forte calo anche la domanda di mutui per l’acquisto di casa da parte delle famiglie, anche se «inferiore al forte calo netto dei due trimestri precedenti». A spiegarlo è il “Bank lending survey”, pubblicato dalla Bce, che riguarda il secondo trimestre. L’indagine condotta presso 158 banche dell’area dell’euro, con nuove domande sull’impatto del rischio climatico, non ha presentato alcuna evidenza riguardo il raggiungimento del “picco” dell’inasprimento monetario. Nel secondo trimestre è emerso solo un rallentamento del restringimento delle condizioni del credito, che continua ancora.

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A quanto arriverà il tasso dei depositi

Come preannunciato più volte dalla presidente Christine Lagarde, è previsto che la Bce porti il tasso dei depositi al 3,75% domani. Gli standard di credito delle banche dell’eurozona per prestiti alle imprese e alle famiglie dunque «si sono ulteriormente inaspriti nel secondo trimestre». A incidere sono stati i rischi legati alle prospettive economiche e alle situazioni specifiche delle imprese, e al timore di un aumento delle insolvenze. Tra le motivazioni anche il costo al rialzo della raccolta di fondi delle banche. Nel terzo trimestre del 2023, le banche dell’area euro prevedono un ulteriore inasprimento netto degli standard di credito per i prestiti alle imprese. “Avevamo già acceso un anno fa – dichiara Pelazzi – i riflettori sui rischi per le imprese e la filiera delle costruzioni dovuti all’aumento del costo del credito. Servono interventi a supporto dei bilanci delle aziende e delle famiglie i cui costi dei mutui sono quasi quintuplicati nell’ultimo anno”.