Puntuale, come la Befana e Babbo Natale (per chi ci crede). Il ponte sullo stretto di Messina è di nuovo tra le promesse della campagna elettorale. Tra annunci, giuramenti, ricchi doni e cotillon, il ponte sullo stretto è più inossidabile delle cene a sbafo prima del voto. Questa volta è entrato di diritto nel programma del centrodestra (qui per l’analisi e i dettagli del programma).
Ponte sullo stretto di Messina ultime notizie
L’ex ministra siciliana Stefania Prestigiacomo ha dichiarato: “Ponte sullo stretto realtà solo col centrodestra al governo nazionale e regionale”. Ieri sera lo ha rilanciato l’ex premier Silvio Berlusconi, in una intervista a Radio Norba. Ecco le parole on air del presidente di Forza Italia:
“La rete dell’alta velocità deve arrivare a tutto il Sud ed estendersi fino alla Sicilia, con la realizzazione finalmente del Ponte sullo stretto di Messina, un’opera che noi avevamo già progettato, finanziato e appaltato e che se la sinistra non avesse bloccato tutto sarebbe in funzione già da tempo”.
Il ponte divide le due coalizioni opposte. Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, taglia corto: “Inaccettabile riproporre ponte sullo Stretto di Messina, Sud ha altri problemi”. Insomma, tra chi ci crede davvero e chi lo promette, l’opera pubblica più attesa di sempre (assieme alla Salerno Reggio Calabria) è anche oggetto di speculazioni da benaltrismo, ossia quell’atteggiamento di chi elude un problema sostenendo che ce ne siano altri, più gravi, da affrontare. Atteggiamento che porta all’immobilismo e alla confusione dei piani: come se una questione escludesse le altre. Ma l’opera serve davvero? Perché non si affronta la questione sulla sua reale o presunta utilità?
L’unica certezza attuale è che il ponte sullo Stretto di Messina esiste solo nella mente di chi lo ha promesso per oltre un secolo, eppure ancora oggi lo poghiamo come se ci fosse davvero. Stando al bilancio approvato nel 2020 dalla società Stretto di Messina S.p.A., il ponte ci costa 1.500 euro al giorno. Nel dicembre 2020 il caso è finito sul tavolo dell’Autorità anticorruzione ANAC per le spese accessorie, gli abbonamenti a giornali e banca dati fiscale e, pensate, per il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dei dipendenti della società Stretto di Messina che dipendenti non ha, e neppure attività, visto che era in liquidazione. La società è stata pure in contenzioso con l’ex gruppo Impregilo oggi Eurolink, che ha chiesto 700 milioni di euro di danni. Un bel guazzabuglio sul quale è calato il silenzio.
Come ricordava L’Espresso, nel 2021 la società era in liquidazione da 8 anni, e il commissario liquidatore in quel momento risultava essere Vincenzo Fortunato, avvocato molto noto e già capo di gabinetto del ministro Giulio Tremonti nel secondo governo Berlusconi. Fortunato ha conservato l’incarico in ministeri anche dei governi Prodi e Monti. Dal 2013 è previsto un compenso da 120mila euro l’anno come parte fissa, più 40mila di parte variabile.
Insomma, da quando è stata fondata la società Stretto di Messina (nel 1979) a oggi, si stima che il ponte fantasma sia già costato a noi cittadini italiani oltre 1 miliardo di euro, tra studi e progetti di fattibilità pagati nei decenni, penali versate, consulenze e movimenti oscuri di denaro mai chiariti (indagò anche l’Antimafia), incarichi e cantieri avviati ma mai portati avanti. E non è ancora finita. Una bella mangiatoia. Un po’ di storia servirà a rispolverare la memoria.
Quanto sarebbe lungo il ponte sullo stretto di Messina
Stando al progetto della Stretto di Messina spa, la sua lunghezza complessiva sarebbe di 2.164 metri con una luce di 1.408 metri. Sarebbe il più largo del mondo, nella sua categoria, con 59 m di larghezza. L’altezza delle torri sarebbe di 322 metri.
Costo del ponte sullo stretto di Messina
Secondo stime, costerebbe almeno 3,9 miliardi di euro, tutti a carico dello Stato, perché l’anno scorso nessun politico o amministratore ha pensato di inserirlo tra le opere finanziabili con i fondi del Pnrr.
Quanto è costato il ponte sullo stretto di Messina
Non è quantificabile con chiarezza l’immane spreco finora sostenuto dai nostri soldi, senza averci mai posato una pietra. Come dicevamo prima, le stime parlano di almeno 1 miliardo di euro spesi in tanti decenni. Finora ci è costato un quarto di quanto lo avremmo pagato attraversandolo per davvero, senza che vi sia mai stata posata una sola pietra.
Sergio Musmeci: ponte sullo stretto di Messina
Uno dei primi progetti solidi risale al 1971, uno studio presentato da Domus e elaborato da Sergio Musmeci (qui il progetto), noto ingegnere e accademico italiano morto nel 1981. Il suo è stato uno dei sei progetti vincitori ex aequo al concorso indetto da ANAS per il ponte sullo stretto di Messina nel 1969 (vedi pillole di storia a seguire). Tra gli altri, anche quello di ponte sospeso del Gruppo Lambertini (riproduzione in foto).
Perché è importante il ponte sullo stretto di Messina
Molti studi e progetti presentati negli anni sostengono che possa essere una infrastruttura essenziale per rilanciare lo sviluppo del Sud Italia e per il futuro del Paese. Darebbe occupazione con 118mila nuovi posti di lavoro, riattivando anche l’indotto economico locale, collegando Sicilia e Calabria. Attirerebbe verso l’Italia il commercio mondiale che gravita nel Mediterraneo.
Altri studi, come quello di Legambiente (vedi qui il contro dossier di Legambiente) sostengono che l’opera attraversamento dello stretto di Messina attraverso un ponte venga invocata senza adeguate analisi tecniche, trasportistiche, economiche. Mancherebbe l’analisi del traghettamento e il rafforzamento dei collegamenti ferroviari a sud.
Quanto costa attraversare lo stretto di Messina
Il biglietto per i pedoni ha un costo di 2,50 euro.
Il biglietto per attraversare lo Stretto in auto ha un costo di 37 euro, al quale si aggiungerà 1 euro per il biglietto completo di andata e ritorno. Il biglietto di ritorno deve essere usato nelle 24 ore dall’emissione.
Il biglietto Super che consente di attraversare lo stretto di Messina in auto, ha un costo di 42 euro e consente il transito di andata e ritorno. Il biglietto di ritorno deve essere usato entro 3 giorni dalla data di emissione.
Nel caso la sosta dovesse durare entro 90 giorni, il prezzo del biglietto per attraversare lo Stretto di Messina sarà di 67 euro per andata e ritorno.
Per attraversare lo stretto di vogliono circa 45 minuti per appena 3 km, senza contare però code e ritardi nei momenti di massimo traffico.
Ponte sullo stretto di Messina
Pillole di storia
1866: le prime proposte e progetti risalgono dall’Unità d’Italia. Nel 1866 l’allora Ministro dei lavori pubblici Jacini incaricò l’ingegnere Alfredo Cottrau, tecnico di fama internazionale, di studiare un progetto di ponte tra Calabria e Sicilia.
1870: si parla per la prima volta di un’idea di allacciamento sottomarino di 22 km su proposta dall’ingegner Carlo Alberto Navone. Un progetto ispirato a quello di Napoleone di una galleria sotto la Manica.
1876: l’onorevole Giuseppe Zanardelli dichiara: “Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente”.
1883: cominciano gli studi su un primo progetto di ponte sospeso con cinque campate, tramontato nel nulla.
1908: il catastrofico terremo di Messina riporta il dibattito a un’idea di galleria sottomarina sotto lo stretto.
1934: il generale del genio navale, Antonino Calabretta, presenta un progetto di ponte tra Punta Faro e Punta Pezzo.
1935: il comandante Filippo Corridoni propone la posa di un enorme tubo d’acciaio sottomarino per il transito ferroviario e veicolare.
1952: l’associazione dei costruttori italiani in acciaio (ACAI) incarica l’ingegnere statunitense David B. Steinman per un progetto colossale.
1955: Finsider, Fiat, Italcementi, Pirelli, Italstrade costituiscono il Gruppo Ponte Messina S.p.A. per promuovere studi ingegneristici e ambientali finalizzati alla realizzazione di un collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente.
1957: frana anche la proposta dell’architetto Armando Brasini.
1968/1969: lo Stato italiano butta letteralmente al macero ben 3,2 miliardi di lire per studi preliminari a seguito di un concorso di idee. Era stata persino emanata una legge, la 384, che conferiva all’ANAS, alle Ferrovie dello Stato e al CNR l’incarico di acquisire ulteriori elementi di giudizio circa la fattibilità. Al Concorso internazionale di idee furono presentati 143 progetti italiani e stranieri.
Anni Settanta: l’interesse di enti come IRI e ENI cresce.
1971: il governo Colombo approva la legge numero 1158 che autorizza la creazione di una società di diritto privato a capitale pubblico, concessionaria per la progettazione, realizzazione e gestione del collegamento stabile viario e ferroviario.
1979: Francesco Cossiga, allora capo del governo, approva la costituzione della società concessionaria Stretto di Messina S.p.A., costituita nel 1981. Si susseguiranno studi e progetti preliminari fino agli anni ’90.
1997: il primo governo Berlusconi riaccende i riflettori sul ponte, nel frattempo dimenticato.
2001: i due principali candidati alla guida del governo, Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli, annunciarono durante la campagna elettorale per le elezioni legislative il loro sostegno politico alla proposta di costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
2003: viene messo in gara d’appalto il progetto preliminare della società Stretto di Messina S.p.A.
2005: siamo al terzo governo Berlusconi. L’Associazione Temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A., capeggiata da Impregilo S.p.A., vince la gara d’appalto come contraente generale per la costruzione del ponte con un’offerta di 3,88 miliardi di euro.
Peccato che il 4 novembre la Direzione investigativa antimafia (DIA) informa il Parlamento italiano dei tentativi di Cosa nostra di interferire sulla realizzazione del ponte, con conseguente avvio di un’inchiesta.
2006: Impregilo firma il contratto per progetto e realizzazione dell’opera.
2007: il secondo governo Prodi decide di ritirare l’appalto e annullare il contratto, accettando di pagare una penale di oltre 500 milioni di euro. Si oppongono i ministri Bianchi e Di Pietro, insieme all’opposizione di centrodestra.
2008: quarto governo Berlusconi. Torna alla ribalta il ponte.
2009: il 23 dicembre la Stretto di Messina S.p.A. avvia i primi cantieri. Non partiranno mai quei lavori.
2011: l’Unione europea esclude il ponte sullo stretto tra le opere pubbliche da sostenere con fondi comunitari. Il ministro Matteoli annuncia che i lavori partiranno ugualmente. Il 27 ottobre una mozione del partito Idv di Di Pietro sopprime i finanziamenti pubblici per realizzare l’opera. La mozione riceve l’astensione della maggioranza PDL che il giorno dopo sostiene che l’opera si farà.
2012: il 17 aprile viene completata la prima opera propedeutica al ponte sullo Stretto di Messina, che consiste nella variante della linea ferroviaria Cannitello-Villa San Giovanni.
2012: governo Monti. Il ministro dell’Ambiente Clini comunica che non c’è intenzione di riaprire le procedure per proseguire il cantiere. Con la legge di stabilità lo Stato paga alti 300 milioni di euro di penali per la non realizzazione del progetto.
2013: le mani della Cina sullo stretto. La China Investment Corporation (Cic), fondo sovrano di Pechino, e la China communication and construction company (Cccc), si rendono disponibili a finanziare l’opera. Intanto viene rimessa in moto la macchina della società Stretto di Messina S.p.A. con relativi costi che poi vengono puntualmente liquidati con penali.
2016: Renzi al governo rilancia l’idea del ponte e promette 100mila posti di lavoro.
2020: Conte guida il governo e promette che valuterà il progetto. Intanto, 20 deputati del Partito democratico presentano una risoluzione in commissione Ambiente e trasporti, proponendo all’esecutivo di realizzare il ponte con i fondi del Recovery Fund.
2022: il ponte sullo stretto di Messina riappare magicamente durante il governo Draghi ed entra di nuovo nel programma elettorale del centrodestra ufficializzato il 12 agosto 2012.