Un nuovo stabilimento di  3.000 metri quadri all’interno del Bioindustry Park Silvano Fumero a Colleretto Giacosa, nei pressi di Ivrea, con 84 milioni di euro di investimenti previsti nei prossimi 3 anni per potenziare la produzione di terapie oncologiche innovative a base di radiofarmaci e le relative attività di ricerca e sviluppo. Lo ha inaugurato lo scorso 20 ottobre Novartis, che prevede di potenziarlo ulteriormente nel prossimo futuro. Infatti, nell’ottica di rafforzare il ruolo del Polo italiano nel campo dello sviluppo e produzione di radiofarmaci, Novartis ha già stanziato altri 20 milioni di euro per la costruzione di un nuovo edificio, che ospiterà la produzione di prodotti diagnostici con la possibilità di un’ulteriore espansione per attività di ricerca e sviluppo.

«Con questo investimento abbiamo l’obiettivo di ampliare del 20% la produzione di Advanced Accelerator Applications, azienda specializzata in radiofarmaci che ha la sede principale a Colleretto Giacosa ed è entrata nel Gruppo nel 2018» spiega il Country President di Novartis Italia Valentino Confalone. «Oggi l’export è al 60%, con questo investimento salirà a circa il 90%. Puntiamo a espandere anche l’attività di ricerca e sviluppo, che sfrutta le caratteristiche del territorio piemontese. Siamo inseriti all’interno di un Bioindustry Park, e in un’ottica di open innovation abbiamo avviato ampie collaborazioni con realtà quali il Politecnico di Torino e altre aziende del tessuto produttivo e di ricerca del Piemonte. Questo rappresenta la capacità di fare leva sul potenziale del territorio». Un territorio che garantisce due benefici fondamentali. «Primo, l’esistenza di un cluster di aziende e competenze in ambito life science» puntualizza Confalone. «Secondo, la localizzazione territoriale in ottica logistica. I radiofarmaci vanno prodotti e utilizzati in tempi rapidi, e

vengono esportati in tutto il mondo. Per questo è necessario che il meccanismo logistico, la supply chain dalla produzione al paziente sia efficiente e veloce. Ivrea è ben collegata a Malpensa, ci piacerebbe che anche l’aeroporto di Torino venisse potenziato per poter utilizzare anche quel canale».

Quella di Advanced Accelerator Applications è una storia di ingegno italiano applicato in modo virtuoso all’imprenditoria. L’azienda è nata infatti dall’idea del fisico Stefano Buono, che a partire dal 2002 ha lavorato per portare su scala industriale un brevetto sviluppato durante gli studi condotti al Cern di Ginevra (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare), sotto la guida del Premio Nobel Carlo Rubbia.

Fondata come spin-off del Cern, Advanced Accelerator Applications è presto divenuta leader di mercato nella diagnostica per immagini con la produzione e commercializzazione di composti radio-farmaceutici per la Pet (Tomografia a Emissione di Positroni), una tecnica diagnostica usata principalmente in oncologia, cardiologia e neurologia.

Nel tempo Advanced Accelerator Applications ha focalizzato le sue ricerche sullo sviluppo di terapie con radiofarmaci, che si servono di radiazioni per agire in modo mirato sulle cellule tumorali, fino ad essere acquisita nel 2018 da Novartis. I radioligandi sono radiofarmaci in grado di riconoscere selettivamente le cellule tumorali ed eliminarle attraverso l’uso di particelle radioattive, senza danneggiare le cellule sane. Questo si traduce in un beneficio importantissimo per i pazienti che guadagnano mesi/anni di vita, soprattutto negli stadi avanzati di alcuni tumori che ad oggi non dispongono di trattamenti efficaci, o nei tumori diventati resistenti, che non rispondono ad altre forme di trattamento o, ancora, che si trovano in aree in cui altrimenti sarebbe difficile intervenire. Nel sito di Colleretto Giacosa è stato sviluppato il primo radiofarmaco a base di Lutezio-177, oggi in uso nella cura dei tumori neuroendocrini. A dicembre 2022 Lutezio-177 vipivotide tetraxetan ha ottenuto l’approvazione della Commissione Europea per il trattamento del carcinoma prostatico progressivo metastatico resistente alla castrazione e Psma-positivo.

Al momento lo stabilimento di Ivrea è l’unico in Italia (e il secondo in Europa) a produrre questo radiofarmaco, che viene successivamente esportato in Europa, Usa, Canada, Giappone, Cina, Corea del Sud, Singapore e Taiwan. In particolare, la consegna e somministrazione al paziente deve avvenire entro 120 ore dalla data e ora di calibrazione. I radiofarmaci prodotti da Advanced Accelerator Applications per loro natura e i relativi processi di decadimento, infatti, devono essere preparati ad hoc per ogni singolo paziente, avvalendosi di un modello produttivo real-time che non prevede magazzino. Ad oggi lo stabilimento di Ivrea è uno dei quattro stabilimenti in Europa – nonché unico in Italia – in grado di produrre e distribuire in tutto il mondo questa tipologia di terapie. L’obiettivo è quello di arrivare a trattare tumori a più larga diffusione, tra cui alcuni big killer come il tumore al seno e quello ai polmoni. Oggi sono attivi altri programmi di sperimentazione a scopo diagnostico o terapeutico anche per il tumore al pancreas, al colon, gastrico e così via.

Il nuovo stabilimento nel Bioindustry Park Silvano Fumero a Colleretto Giacosa ha un impatto rilevante sull’occupazione e sull’indotto del cluster. «L’ampliamento del sito produttivo di Colleretto Giacosa prevede un piano di assunzioni a valle con 50 nuovi posti di lavoro entro l’anno» sottolinea Confalone, «un ampliamento significativo considerato che oggi i dipendenti di Advanced Accelerator Applications sono 337. L’indotto è di circa 25 milioni di euro, con un impatto su diverse tipologie di attività: produzione, logistica ai servizi ai dipendenti, energia; con un ampliamento del 20% ci aspettiamo un analogo impatto in termini di indotto». Un impatto significativo anche per la natura del cluster piemontese delle life science. «Sono diversi i territori con questa vocazione, il Piemonte è tra questi. Non sfrutta grandi impianti produttivi, che sono più presenti in altre Regioni, ma un concetto di open innovation» puntualizza il Country President di Novartis Italia di Novartis Italia, «con la possibilità di collaborare con altre realtà, startup, Pmi e strutture accademiche d’eccellenza come il Politecnico di Torino». Il successo e l’ampliamento dello stabilimento di Advanced Accelerator Applications, che esporta in tutto il mondo farmaci salvavita d’avanguardia, è la dimostrazione che sì, anche in Italia si può fare, nonostante tutto: «Gli aspetti burocratici, anche in termini di autorizzazioni non solo per la creazione di nuovi stabilimenti, ma anche per l’ampliamento degli stabilimenti esistenti, costituiscono oggettivamente un elemento di complessità di svantaggio competitivo» mette in evidenza Confalone. «Ma devo dire che il meccanismo del bioparco ci ha consentito di accelerare molte pratiche, il che ci ha permesso di gestire l’ampliamento in maniera abbastanza rapida ed efficace. I meccanismi esistono, bisogna farli funzionare bene: in questo caso siamo molto soddisfatti».