Quanto si può raccogliere, realisticamente, con una campagna di crowdfunding? E qual è la migliore piattaforma su cui puntare? Dipende dal settore? Dalla collocazione geografica? Dal periodo dell’anno? Dalla congiunzione astrale? Per capirlo, c’è solo una strada: osservare il mercato, momento per momento, e far parlare i numeri. E se pensate che non esista uno strumento che aggreghi le varie campagne presenti sulle decine di piattaforme crowd italiane, sappiate che invece c’è. Si chiama Startups Wallet, è nato l’8 marzo 2021 ed è un aggregatore di campagne crowdinvesting, in particolare equity e lending crowdfunding. «Lo definiamo il booking delle startup», spiega il fondatore e ceo, Roberto Caiazzo, nato a Martina Franca, provincia di Taranto, nel 1987, da 13 anni trapiantato a Milano, dove si è laureato Ingegneria informatica al Politecnico di Milano.
«Per aggiornare i dati, ogni giorno i nostri bot fanno screen scraping su 40 diversi siti, ma arrivare a 200 o più è solo questione di fondi: il modello è scalabile e il nuovo regolamento Ue che apre il mercato all’intera Europa cade a pennello», spiega soddisfatto Caiazzo, che detiene il 98% della società e condivide l’avventura (e le quote) con il padre Donato e l’amico Francesco Filippelli. «Investendo in prima persona in equity crowdfunding, mi sono accorto che con il crescente numero di portali era sempre più difficile avere pieno controllo delle varie campagne. E una preziosa occasione di investimento persa mi ha dato la spinta a creare un aggregatore». Startups Wallet si evolve molto rapidamente: «Ultimamente abbiamo introdotto le notifiche, ad esempio quando ci si registra si può decidere di seguire la categoria finanza e si verrà notificati dell’uscita di ogni nuova campagna in tale categoria. Inoltre da poco è stato rilasciato il portafoglio investimenti cross piattaforma e siamo in fase di rilascio dell’app per Android e iOS È una cosa che, eccetto Walliance, le piattaforme di crowdfunding nemmeno hanno… Assegniamo a tutte le campagne una location e una categoria, è quindi possibile visualizzare ad esempio gli investimenti che sono attualmente in corso in Italia, oppure ottenere una reportistica dettagliata su andamenti passati. L’obiettivo è quello di semplificare la vita all’investitore ed aiutare le aziende italiane a trovare fondi che li possano supportare nel processo di crescita, non solo a livello nazionale ma anche internazionale».
Se la Consob ha autorizzato una cinquantina di portali per la raccolta di capitali online, «un buon numero di questi non ha ancora pubblicato una singola campagna», sottolinea Caiazzo. Dal suo computer, ha sott’occhio il mercato ogni giorno, come fosse la Borsa del crowdfunding: «In tutto il 2021 sono stati raccolti nell’equity crowdfunding esattamente 129.592.740 euro – più altri 50 milioni di real estate equity crowdfunding, ndr – provenienti da 15.897 investimenti. E già nei primi due mesi di quest’anno tramite 22.300 investimenti il capitale raccolto supera i 60,7 milioni di euro».
Una miniera di… noccioline
Dunque, possiamo rispondere alla domanda principe: quanto si può arrivare a raccogliere grazie al crowdfunding? Il benchmark è quello dalle campagne che l’anno scorso hanno raccolto di più. «La campagna più finanziata in assoluto nel 2021 è quella lanciata da AliCrowd, nuovo fondo di venture capital del gruppo Azimut che consente agli investitori privati di accedere alle più interessanti start up e Pmi innovative», spiega Caiazzo: «ha concluso la sua campagna di equity crowdfunding a marzo 2021 con un capitale raccolto pari a 25 milioni di euro, conquistando 1218 investitori. Un risultato dovuto anche grazie ai veicoli di investimento, che però non saranno più permessi dal nuovo Regolamento europeo che entrerà ufficialmente in vigore a novembre 2022», sottolinea Caiazzo. Accanto a questi “campioni del crowdfunding”, possiamo citare Forever Bambù, che ha dato vita ad un progetto di sviluppo sull’agricoltura biologica e biodinamica e che ha realizzato diverse campagne divise in più tranche: «Quella che si è maggiormente distinta in questo anno è quella conclusasi a maggio che ha raccolto quasi 6,5 milioni di euro», spiega Caiazzo.
Ma il “taglio medio” della raccolta è inferiore, ma non disprezzabile: Biogenera, piattaforma biotecnologica per farmaci personalizzati a Dna per patologie ad oggi incurabili, ha raccolto quasi 3 milioni di euro da parte di ben 643 investitori; Homepal, prima agenzia immobiliare digitale italiana, ne ha incamerati circa 2 milioni e mezzo di euro da 536 investitori; Yocabè, piattaforma tecnologica e logistica studiata per accelerare le vendite online dei brand sui marketplace come Zalando, Amazon e Ebay, a luglio 2021 si è portata in cassa circa 2 milioni di euro da 158 investitori. «La campagna che invece rileva il maggior numero di investitori nel 2021 è Lifegate: ha lanciato la sua campagna a fine marzo 2021 con un capitale raccolto di 2 milioni di euro da parte di ben 1624 investitori».
La marchigiana Fessura, che realizza sneakers di design, ha raccolto 1 milione e mezzo di euro circa generato da 158 investitori, mentre intorno al milione di euro hanno raccolto Meeters, community di persone che vogliono fare amicizia nel tempo libero alla scoperta del territorio italiano (240 investitori), Lievità, realtà food con all’attivo 4 locali (195 investitori),
Poi ci sono settori in cui il crowdfunding proprio non decolla. Per esempio quello della formazione: la migliore campagna del 2021 è stata quella di Aulab, coding factory dedicata al mondo della programmazione, che forma sviluppatori web, che ha raccolto a maggio 500 mila euro da circa 90 investitori. Per non parlare della manifattura, se Italian Artisan, marketplace b2b che fa incontrare brand da tutto il mondo con i migliori artigiani italiani, ha raccolto nel 2021 appena 200 mila euro, quanto Hevor, che offre servizi di recruiting di personale specializzato.
In compenso il mattone tira sempre
A quale piattaforma affidarsi? Anche qui, bisogna capire quale funziona di più. La “classifica” del 2021 vede in testa Mamacrowd, che ha raccolto più di 38 milioni di euro, senza contare i 25 della campagna AliCrowd. Seguono Opstart con più di 24 milioni e CrowdFundMe con oltre 22 milioni – più altri 5,7 di minibond, ma questa è un’altra faccenda, ndr – a cui si aggiungono BacktoWork e WeAreStarting con un capitale raccolto rispettivamente pari a quasi 11 milioni di euro e quasi 3 milioni di euro. Infine, al quinto posto troviamo 200crowd con circa 1,4 milioni di euro. E nei primi due mesi del 2022, troviamo ancora in testa Mamacrowd (33,1 milioni di euro di cui 31 grazie al fondo Ventur Capital di Azimut Italia AliCrowd II), seguita Recrowd (4,6 milioni), Rendimenti etico (4,2), Crowdestate (3), Walliance (2,6), CrowdFundMe (2,5), Tusters.it (2,4), October (1,6), EvenFi (1,2) e Re-Lender (1 milione). Non vi sarà sfuggito che nella top ten, ben 6 piattaforme consentono di investire nel mattone. «Nonostante la pandemia abbia interrotto o rallentato il settore immobiliare nel mondo il crowdfunding immobiliare non si ferma e, anzi, cresce», spiega Caiazzo. «L’industria del real estate crowdfunding in Italia è partita negli anni recenti, in ritardo rispetto agli altri Paesi europei anche a causa dell’assenza di norme specifiche. L’equity crowdfunding è stato riservato solo a startup e Pmi innovative fino al 2017, mentre l’erogazione di credito alle imprese è stata appannaggio per molti anni ai soli istituti bancari. La prima piattaforma di Recf attiva in Italia è stata Walliance a settembre 2017, appena dopo l’ingresso dalla Spagna di Housers a fine luglio dello stesso anno. Per quanto riguarda i nostri dati relativi al 2021 rispetto al Real estate dell’equity crowdfunding, abbiamo riscontrato un totale di capitale raccolto pari a 50 milioni di euro con Walliance come piattaforma con il capitale raccolto più alto che sfiora i 40 milioni, il 90% del totale»