Per salvare il Pnrr la pubblica amministrazione sta correndo ai ripari, incrementando la capacità di spesa delle amministrazioni. Ma potrebbe non essere così semplice: c’è il rischio di perdere un’occasione straordinaria, perché non ci sono le condizioni. A dirlo è Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta Soa, una della principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche. A confortare quanto dice il manager ci sono, purtroppo, le cifre. “Per le imprese l’attuazione del PNRR presenta molte criticità all’orizzonte e i rischi che si perda un’occasione straordinaria sono elevati: il 61 per cento delle imprese dichiara infatti che non ci sono le condizioni per poter realizzare i lavori infrastrutturali e di costruzioni previsti mentre solo il 39 per cento si dichiara ottimista” spiega Pelazzi, illustrando i risultati dello studio realizzato dal Centro Studi di Argenta SOA sul sentiment su Pnrr, pubblica amministrazione e Codice degli Appalti.
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Quali problemi sono emersi dallo studio
Parlando con i diretti interessati, cioè i dirigenti di tutte quelle aziende che ogni giorno partecipano alle gare pubbliche, è emerso un quadro non confortante per gli investimenti che riguardano l’Italia. “Ad accendere i riflettori su queste criticità del PNRR- continua Pelazzi- é un campione significativo di aziende, composto da una maggioranza ( il 67 per cento) che ha partecipato a gare pubbliche negli ultimi mesi. Ci troviamo di fronte a una grande occasione per l’Italia che rischiamo di non sfruttare adeguatamente e che sta mostrando alcune criticità sistematiche che rallentano la realizzazione di opere pubbliche e impattano anche sulla crescita economica del Paese. Criticità che però gli italiani sanno affrontare dando il meglio di sé come avvenuto con Expo. Non tutto va male, però: per il 63 per cento delle imprese intervistate il nuovo Codice degli Appalti può rendere più veloce la realizzazione delle opere rispetto ad un 37 per cento che pensa il contrario”.
Cosa farà il governo per portare a termine il Pnrr
All’interno del nuovo decreto di riforma della pubblica amministrazione per il Pnrr sono previste una serie di deroghe, ma anche di investimenti per mettere in condizione le amministrazioni, anche quelle di piccoli centri, si assumere, anche a tempo determinato. Ad esempio le regioni possono assumere solo per i progetti previsti dal Pnrr personale a tempo determinato con qualifica non dirigenziale e lo stesso vale per i comuni. Il limite di tempo del contratto a tempo determinato è stato così portato per legge fino a 36 mesi.
Parte dei fondi, secondo quanto scritto nella bozza di decreto, la cui spesa era prevista nel 2022, non sono stati investiti e le amministrazioni avranno la possibilità di portarli sul 2023. Le risorse avanzate in totale ammontano a 9.593.409.
Quali saranno gli effetti del Pnrr sull’economia
Il mondo delle imprese sta aspettando gli effetti del Piano ormai da tempo. “IL Pnrr- dichiara Pelazzi- ha un effetto molto forte sul settore delle costruzioni: almeno nelle valutazioni originarie, secondo stime Ance-Confindustria impatta per circa 108 miliardi di euro (sui 222 totali), di cui 42,9 miliardi per i progetti in essere e 65,1 per nuovi progetti. La possibile rimodulazione delle misure del PNRR rappresenta, però, una nube all’orizzonte sulle prospettive di crescita del settore edile”.
Per l’81 per cento degli intervistati possedere la certificazione SOA sta diventando una referenza positiva per lavorare anche nel privato.
“Quello che emerge dallo studio e anche dal nostro lavoro sul campo – conclude Pelazzi – è che a richiedere le attestazioni SOA non sono solo le amministrazioni pubbliche e le realtà partecipate dal pubblico, ma anche grandi player dell’industria e grandi fondi e sviluppatori immobiliari. La SOA sta diventando uno strumento importante per attestare parte dei temi ESG”.
Quando sarà presentato lo studio su pubblica amministrazione e Pnrr
Lo studio è stato realizzato intervistando un campione di circa duemila e duecento imprese di tutte le dimensioni, che operano in tutte le regioni italiane e nei principali settori per cui è richiesta la SOA (Costruzioni 55%, Infissi 6%, Carpenteria 5 %, Impiantistica 20%, Servizi Ambientali 14%); hanno fatturati in grado di rappresentare la complessità del tessuto imprenditoriale italiano (sotto i 2 milioni di euro 30 %, tra i 2 i 5 milioni di euro 26 %, tra i 5 e i 10 milioni di euro 19%, tra i 10 e i 30 milioni di euro 15% e sopra i 30 milioni di euro 10%).
Lo studio sarà presentato da Pelazzi domani 8 giugno nel talk “Appalti pubblici, azione amministrativa e nuove tecnologie” che si terrà a Milano nella Deloitte Greenhouse (Via Tortona 25) nell’ambito del Forum Legal Next 2023 organizzato da Deloitte Legal. Tra i relatori del talk il Presidente dell’ANAC Giuseppe Busia, il Presidente di sezione del Consiglio di Stato e già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli, il Consigliere di Stato Giovanni Gallone, il Dirigente dell’Ospedale Policlinico S.Martino di Genova- Strategic Foresight Giorgia Zunino, la Presidente di Assimpredil ANCE Regina De Albertis e gli avvocati partner di Deloitte Legal Francesco Paolo Bello e Joseph Brigandì.