A febbraio si scrisse dello sconvolgimento provocato dall’annuncio di Netflix di un giro di vite sulla condivisione delle password, una pratica precedentemente incoraggiata. Molti hanno pensato che fosse miope da parte di Netflix presumere che tutti gli utenti di un singolo account facessero parte di un unico nucleo familiare con sede fissa. Questa idea ha ignorato una parte significativa di utenti: persone che viaggiano per lavoro, figli fuori sede, case per le vacanze e famiglie medie che non vivono tutte sotto lo stesso tetto.
Visti i tweet irati e i tanti commenti che dicevano che avrebbero rinunciato all’abbonamento a Netflix a causa di questa decisione, Netflix deve aver perso molti abbonati dopo aver implementato ufficialmente questa regola, giusto?
Sbagliato.
Netflix ha beneficiato di un afflusso di abbonati. Si prevedeva un’ondata di cancellazioni, ma secondo Variety, “il rapporto tra iscrizioni e cancellazioni dal 23 maggio è aumentato del 25,6% rispetto al precedente periodo di 60 giorni”. È emerso che le persone che si sono trovate di fronte a questa schermata volevano davvero guardare quello che stavano cercando di guardare, anche se ciò significava pagare un nuovo abbonamento.
Che fine ha fatto l’indignazione? Che fine hanno fatto le persone che giuravano di ricorrere alla pirateria piuttosto che pagare un altro abbonamento?
Il problema della pirateria è che Internet ne ha reso più facile l’esecuzione, ma non è ancora così semplice come premere un pulsante per abbonarsi a Netflix. Se si ha la possibilità di scegliere, la maggior parte delle persone sceglie la via della minor resistenza e opta per qualcosa che potrebbe anche essere contrario “per principio“, se questo significa un accesso facile.
Quanti di noi leggono veramente tutti i contratti di licenza d’uso finali? Quanti di noi si preoccupano della privacy delle proprie informazioni, ma continuano a fornire i propri dati personali per utilizzare i social media?
Con questo non si vuol dire che le persone siano dei pigri lemming che consegnano i loro dati senza pensarci due volte solo perché è facile. È stato evolutivamente fondamentale per gli esseri umani spendere il minimo sforzo per ottenere qualcosa. Questo è il massimo dell’efficienza e un ottimo esempio del principio del minimo sforzo.
Queste esperienze, anche il fastidioso giro di vite sulla condivisione delle password, sono state progettate pensando alla facilità d’uso, utilizzando trucchi e strumenti psicologici per portare gli utenti alla diretta conclusione che sarebbe stato più semplice seguire la strada “corretta” e accedere al prodotto ufficiale.(da “Medium”)