Davide contro Golia. L’eterna epopea del piccolo che lotta contro il gigante torna ai giorni nostri con un nuovo capitolo imprenditorial-giudiziario in salsa tech. E lo sfidante coraggioso, in questo caso, è 100% italiano. Una pmi vicentina, nella fattispecie, che s’è messa in testa di duellare addirittura con quello che oggi è il colosso per eccellenza sul mercato globale: Apple, la big tech con sede a Cupertino fondata da Steve Jobs e altri 3 soci nel lontano 1976 e diventata in meno di mezzo secolo, il più celebre brand al mondo. Oggetto del contendere: una matita tecnologica creata a Vicenza e che potrebbe essere stata copiata dall’azienda della “mela morsicata” per produrre la sua Apple Pencil 2 generation. Ma andiamo con ordine.
Alisea srl Vicenza, una pmi unica nel suo genere
Dall’altra parte del ring – in quest’incontro che vedrà un prodotto di ultra-nicchia affrontare il top di gamma dei mass–marketer – c’è una piccola realtà imprenditoriale veneta, la “Alisea srl”, una SocietàBenefit nata nel 1994 e che, come tante altre aziende di casa nostra, rappresenta di fatto un unicum nel suo genere.
Il suo ambito è l’economia circolare, il suo core-business la trasformazione – mediante procedimenti produttivi innovativi – di materiali di scarto derivanti dalla raccolta differenziata o dagli scarti della lavorazione industriale. Con quei rifiuti trasformati, “Alisea Recycled & Reused Objects Design” crea e produce, appunto, di oggetti di design Made in Italy.
Matita Perpetua, come funziona e che caratteristiche ha
Una di questa è la matita ribattezzata “Perpetua”: «Anche se sarebbe più corretto definirla un dispositivo di scrittura “multifunzionale”, essendo utilizzabile su qualsiasi superficie touchscreen oltre che su carta – spiega la Ceo & Founder di Alisea, Susanna Martucci – la matita è realizzata in Zantech, un materiale innovativo prodotto da Alisea stessa e realizzato con 100% di polvere di grafite riciclata. Questo materiale ci ha dato accesso ad un brevetto di processo produttivo per la produzione».
Riconoscibile per il suo particolare design (con il quale ha ottenuto la menzione d’Onore al “Compassod’Oro” dell’Adi, l’Associazione per il Disegno Industriale, uno dei più prestigiosi ed autorevoli premi al mondo in materia di design), Perpetua ha delle caratteristiche uniche: può scrivere anche se priva di punta, è utilizzabile su carta e su tablet, non si rompe se cade, è priva di colle e vernici protettive e ha un ciclo di vita circa 20 volte superiore rispetto a una semplice matita: «l’abbiamo resa anche magnetica – aggiunge Martucci – le sue caratteristiche tecniche ed il suo processo produttivo la rendono inoltre utilizzabile in situazioni “estreme”, tra cui l’interno delle navicelle aerospaziali e/o delle stazioni orbitanti».

Apple Pencil 2 copiata dalla matita made in Vicenza?
Oggi Alisea è l’unica azienda che produce matite in Italia. Ma cos’è successo con Apple? «Riteniamo che si sia illegittimamente appropriato di caratteristiche proprie di Perpetua per la produzione, commercializzazione e pubblicizzazione nel mercato europeo del prodotto ApplePencil 2 generation, violando così i diritti di proprietà intellettuale ed industriale e ponendo in essere condotte di concorrenza sleale – racconta la Ceo della microazienda vicentina – avevamo anche provato ad avviare un confronto con Apple ma a un certo punto abbiamo registrato una chiusura totale. Alisea ha deciso così di difendere l’unicità e le caratteristiche del proprio prodotto e i valori e l’etica che a tale prodotto sono sottesi ed ha avviato un procedimento giudiziario presso il Tribunale delle Imprese di Venezia. Utilizzeremo ogni strumento che la Legge mette a disposizione e a tutela di tutte le imprese, anche della più piccola».
Certo, ci vuole un bel fegato a mettersi contro il colosso a stelle e strisce ma a Susanna Martucci il coraggio non fa difetto di sicuro. E nemmeno la tensione morale. Nel design e nelle caratteristiche tecniche della matita al centro della vertenza ci sono, ad esempio, tutti i valori etici che Alisea racchiude nella sua value proposition: la sostenibilità ambientale e sociale che porta l’azienda a volersi avvalere solo di filiere di lavoro italiane, con l’attività relativa a magazzino, logistica e confezionamento del suo prodotto affidata a ragazzi e volontari di una cooperativa vicentina che include al lavoro ogni tipo di disabilità.
Tra le medaglie che Perpetua finora si è appuntata al petto c’è anche l’essere stata scelta dal Governo italiano nel 2017 quale dono per le delegazioni internazionali presenti al G7 di Taormina e come omaggio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero degli Esteri a tutti i ministri della Comunità europea durante il semestre di presidenza dell’Italia a Bruxelles.
Perché Alisea ha trascinato Apple in tribunale
Susanna Martucci è stanca però di vedere il talento, l’unicità e la capacità innovativa tipicamente italiana «costantemente ed impunemente depredata». «Perpetua è un prodotto di nicchia, di una piccola azienda di nicchia, in un Paese dove però la nicchia costituisce la maggiore e la più estesa delle diverse realtà aziendali esistenti e, soprattutto, dove la nicchia costituisce spesso e volentieri l’eccellenza e l’innovatività in molteplici settori industriali – continua a ragionare – la nostra realtà imprenditoriale è costituita principalmente da Pmi, le quali, nonostante le modeste “dimensioni”, sono spesso caratterizzate dal rappresentare delle “eccellenze”: si contraddistinguono per il loro know–how, per la loro tecnologia, per la loro costante attività di ricerca e sviluppo, per la loro creatività, per il loro design. Sono, in poche parole, dei veri e propri piccoli gioielli».
«Altrettanto spesso, tuttavia – aggiunge con amarezza la manager – questi “piccoli gioielli” sono costretti a subire, o reputano meno gravoso rimanere in silenzio, nel momento in cui ritengono che la loro proprietà industriale o intellettuale sia stata lesa, se tale lesione è stata posta in essere, come nel caso di specie, da multinazionali».
Pmi italiane troppo spesso schiacciate dai big mondiali
«Fin troppo frequentemente, quindi, di fronte alla fama internazionale, alla forza commerciale, all’aggressività ed arroganza nell’approccio con l’interlocutore (sia esso il mercato, il concorrente, il fornitore, piuttosto che il consumatore) di tali “colossi”, le piccole aziende italiane decidono di non intraprendere, o si sentono costrette a non intraprendere, una battaglia finalizzata alla difesa della loro proprietà industriale e/o intellettuale, della specialità ed eccellenza che contraddistingue i loro prodotti, dello sforzo e dei sacrifici fatti per arrivare a quei livelli di specialità ed eccellenza», si sfoga ancora la Martucci.
«Si sentono sguarnite e schiacciate già in partenza, prive di sufficiente forza commerciale o economica, sono timorose nell’intraprendere un processo, o molto più spesso (comprensibilmente) disilluse. Le più coraggiose, provano ad instaurare un dialogo, nella speranza che le doglianze circa il comportamento lesivo dei propri diritti siano ascoltate o tenute da conto, ma vengono prontamente rimesse con la testa sotto la sabbia dall’arroganza e dalla totale mancanza di volontà conciliativa che caratterizza i giganti del mercato mondiale».
Non è il caso di Alisea però, che tra pochi giorni vedrà celebrerà la prima udienza del processo in cui una microazienda, certificata B Corp considerata azienda d’eccellenza per la Comunità europea, sarà contrapposta ad una delle più grandi imprese al mondo.