Paura della patrimoniale?Il piano B è
Daniele Loro

In Italia vi è un grande risparmio privato. A tempo debito vedremo». Alle parole di Giuseppe Conte un brivido gelido è sceso lungo la schiena degli italiani. Il trauma della notte tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando la lunga mano del governo presieduto da Giuliano Amato attinse dai conti correnti lo 0,2% (un quinto rispetto al minimo preso in esame finora dal governo), legittimando ex post il prelevamento forzoso con un decreto d’urgenza pubblicato alla mezzanotte tra il 10 e l’11 luglio, è ancora vivo. D’altro canto, è vero che il risparmio privato in Italia è fra i più alti dell’Unione Europea (e le passività finanziarie tra le più basse rispetto al reddito lordo): secondo Istat e Bankitalia la ricchezza privata nel nostro paese vale circa 10mila miliardi di euro. Così, il Partito democratico ha proposto alla Camera dei Deputati la Covid Tax, un contributo di solidarietà per gli anni 2020 e 2021 a carico dei cittadini che hanno un reddito annuale superiore agli 80mila euro e inciderebbe sulla parte eccedente di tale soglia. A caldeggiare la soluzione, manco a dirlo, ci si mette pure la Germania: l’economista Daniel Stelter sostiene l’esistenza di un piano studiato dal governo tedesco secondo cui un’imposta patrimoniale del 14% su tutti i conti correnti italiani, nessuno escluso, permetterebbe al nostro Paese di rientrare in poco tempo nei parametri di Maastricht. Il debito pubblico italiano, al momento, è il più alto d’Europa, al di sopra del 137%. La patrimoniale permetterebbe al nostro paese di arrivare al 60% del Pil, lo stesso valore della Germania, fra i paesi più virtuosi.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


La soluzione? Il materasso, visto che l’oro è introvabile. O anche il P2P lending: «Ci sono motivazioni pratiche e tecniche che fanno escludere il P2P Lending dall’eventuale tassazione dei conti correnti, non ultima il fatto che non si tratti di reali giacenze sugli stessi», spiega a Economy Daniele Loro (nella foto), amministratore delegato di Prestiamoci, che gestisce l’omonimo market place di prestiti personali fra privati a cui prende parte finanziando i prestiti erogati a fianco dei propri clienti prestatori. Con tassi di crescita a tre cifre Prestiamoci ha oggi circa 3.200 clienti, ha erogato quasi 21 milioni di Euro ed è la prima piattaforma italiana nel comparto consumer, circa la decima in Europa continentale. Quindi una patrimoniale potrebbe influenzare gli investimenti nel social lending? «La buona notizia per i nostri investitori è che gli investimenti effettuati con Prestiamoci non sarebbero raggiunti da una patrimoniale.

Secondo la normativa psd2 i conti aperti  con prestiamoci non sono a rischio di un prelevamento forzoso come nel ’92 col governo Amato

Secondo i termini della normativa PSD2 infatti i conti aperti con Prestiamoci non rientrano nelle fattispecie interessate. In altre parole, anche se si ripetesse uno scenario come quello famigerato del 1992, i risparmi presenti in piattaforma, anche quelli non investiti, non verrebbero influenzati dal provvedimento e non ci sarebbe alcun prelievo». Peraltro, già oggi il social lending non è soggetto all’imposta di bollo sul dossier titoli che di fatto ha una connotazione di tassa patrimoniale e il social lending si è dimostrato molto più resiliente rispetto ad altre forme di investimento. «La possibilità di essere protetto da eventuali prelievi dovuti alla patrimoniale costituisce senza dubbio una ulteriore prova di come la nostra forma di investimento sia particolarmente interessante. Inoltre, la solidità è dimostrata anche dai numeri: anche nel 2020 infatti il tasso medio ponderato del portafoglio per anno di erogazione è in crescita».

«Indipendentemente da tali aspetti», conlude Daniele Loro, «sarebbe comunque coerente da parte dello Stato cercare di non colpire una forma di investimento etico per evitare di ridurne il contributo al sostegno dell’economia. Proprio in un momento in cui è necessario aumentare l’ intervento istituzionale nelle aree dove oggi intervengono i privati».