Anche i rifugiati potranno partecipare ai concorsi pubblici nei quali si dovrà garantire l’equilibrio di genere. Sono le due nuove norme che arricchiscono il regolamento dei concorsi pubblici. “Si introduce la previsione – si legge nel testo votato in consiglio dei ministri – che ai concorsi possano partecipare i titolari dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria e i cittadini di Paesi terzi che siano in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, di un’adeguata conoscenza della lingua italiana, del godimento dei diritti civili e politici negli Stati di appartenenza o di provenienza e di tutti gli altri requisiti previsti per i cittadini italiani”.
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Le quote rose entrano nei concorsi pubblici
Non è la sola novità che ci sarà per chi si desidera lavorare nel pubblico. Nelle modifiche alla legge, che regola le assunzioni di enti statali e comunali dal 1994 si legge anche “Inoltre, al fine di garantire l’equilibrio di genere nelle pubbliche amministrazioni, si prevede che il bando contenga, per ciascuna delle qualifiche messe a concorso, la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo bandisce. Qualora il differenziale tra i generi sia superiore al trenta per cento, a parità di titoli e di merito si applica il titolo di preferenza in favore del genere meno rappresentato. Negli ultimi anni dopo lo sblocco del turn over che aveva limitato l’accesso al lavoro nel pubblico impiego c’è stata una vera e propria ripresa che solo nel 2022 ha portato a 100mila assunzioni. Sempre più persone negli ultimi mesi hanno scelto di provare la strada per il lavoro statale o comunale, ma anche nelle forze dell’ordine. La platea dei possibili lavoratori con l’introduzione di queste nuove norme si è così rinnovata, ma sopratutto si sta incoraggiando il turn over nella pubblica amministrazione che in tempi passati era stato bloccato penalizzando l’efficienza della macchina statale.