Carte di credito: il costo di attivazione si abbasserà del 22,1% quest'anno

Le organizzazioni globali “continuano a mettere a rischio i dati delle carte di credito dei propri clienti” nei pagamenti elettronici e ciò accade “a causa della mancanza di una strategia a lungo termine per la sicurezza dei pagamenti e della difficoltà di esecuzione”. E’ uno dei dati ‘chiave’ del Payment Security Report 2020 appena pubblicato da Verizon Business. Il Report sottolinea come “nonostante molte aziende tentino di mantenere al proprio interno figure come Ciso o Responsabili della sicurezza qualificati, la mancanza di una strategia di lungo termine in ambito security stia danneggiando gravemente la conformità al Payment Card Industry Data Security Standard”. Lo riporta Adnkronos. 

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


Come già evidenziato dal recente Data Breach Investigations Report 2020, gli analisti di Verizon Business spiegano che “per i criminali informatici, i dati sui pagamenti rimangono uno degli obiettivi più ambiti e redditizi, con 9 violazioni su 10 che hanno finalità economiche”. Nel solo settore della vendita al dettaglio, dal Report Data Breach di Verizon emerge che il 99% degli incidenti di sicurezza analizzati mirava all’acquisizione di dati di pagamento per uso fraudolento. Ed ora il Report sul Payment Security ha rilevato che in media solo il 27,9% delle organizzazioni globali ha mantenuto la piena conformità, “lo standard sviluppato per aiutare le aziende che offrono servizi di pagamento con carta a proteggere i propri sistemi da violazioni e furti dei dati dei clienti”. Ancor più preoccupante per gli esperti di Verizon è il fatto che questo sia il terzo anno consecutivo in cui si è verificata una diminuzione della compliance.