Con gli ambiziosi traguardi fissati per il 2022 «si entra nel vivo, in virtù della prevista adozione dei Piani di attuazione regionale (Par) e dell’inserimento in Gol (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) di ben 300mila persone vulnerabili, percettori di Naspi (indennità di disoccupazione) e Reddito di Cittadinanza, ma anche lavoratori in Cigs (Cassa Integrazione Straordinaria) con particolare attenzione a donne e giovani». A riferirlo è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando che, nel corso di un’audizione parlamentare dello scorso 9 febbraio, ha fatto il punto sullo stato di attuazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riconducibili all’attività del suo dicastero. Intanto, sono in corso gli incontri tra l’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) e le Regioni che dovranno presentare i programmi per poter attingere ai primi 880 milioni di euro stanziati per Gol, il programma con cui Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riforma le Politiche Attive nel nostro Paese. Facciamo un passo indietro e ripercorriamo i passaggi importanti della recente storia del programma. Il decreto attuativo del Ministero del Lavoro (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 306 del 27 dicembre 2021), prevede, infatti, che Regioni e Province autonome debbano adottare un piano per l’attuazione di Gol da inviare, entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del decreto, e da sottoporre al successivo vaglio dell’Anpal che dovrà esprimersi nei successivi 30 giorni. Il decreto assegna a Regioni e Province autonome il 20% del totale delle risorse attribuite dal Pnrr all’intervento M5C1 “Politiche attive del Lavoro e Formazione”: il finanziamento viene poi liquidato per il 75% all’atto dell’approvazione del piano regionale e il saldo alla rendicontazione dell’utilizzo.
I destinatari
A chi si rivolge Gol? Lavoratori in Cig, beneficiari di Naspi, Dis-Coll o Reddito di cittadinanza, lavoratori fragili e vulnerabili (tra cui i Neet, disabili, donne over 55, disoccupati senza aiuti al reddito) sono i destinatari della misura, il cui obiettivo ambizioso è quello di arrivare a 3 milioni di fruitori entro il 2025.
Il programma nasce nell’ambito delle iniziative varate dal Governo e considerate necessarie per accompagnare la ripresa economica dopo la crisi per la pandemia. L’Unione Europea, al fine di limitare l’impatto economico e sociale della crisi legata al Covid 19, ha varato uno strumento finanziario senza eguali per dimensioni finanziarie e strumenti, il cosiddetto dispositivo per la ripresa e la resilienza. Le riforme e gli investimenti finanziati con tale strumento sono stati, poi, adottati dai Paesi Ue nei propri piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr).
Gol è stato introdotto nel nostro ordinamento dall’articolo 1, comma 324, della legge di Bilancio 2021, ma è con la Missione M5, componente 1 “Politiche attive del Lavoro e formazione” del Pnrr che acquista un ruolo centrale per il rilancio delle stesse nel nostro Paese. Va detto, innanzitutto, che le risorse nazionali finalizzate all’attuazione di Gol si aggiungono e non si sostituiscono a quelle regionali; saranno, poi, le Regioni a stabilire in autonomia le misure destinatarie dei fondi che dovranno, però, rispettare gli standard del Programma nazionale. Lo schema ricorda quello della Garanzia Giovani per quanto riguarda la ripartizione delle risorse dallo Stato alle Regioni; la differenza sta nel fatto che gli enti locali possono ideare apposite misure o utilizzare quelle già esistenti nel loro sistema territoriale, a patto che siano riconducibili alle azioni e ai percorsi delineati nel Programma nazionale.
La tabella di marcia di Gol
Il programma prevede delle tappe temporali e l’erogazione dei fondi Ue è vincolata al raggiungimento delle stesse. L’introduzione di Gol nel Pnrr, l’ingente stanziamento di fondi (4,4 miliardi nel Pnrr e 500 milioni su React-Eu) e il lungo arco temporale fanno di questo programma una vera e propria riforma di sistema, considerata la folta platea dei beneficiari da coinvolgere. Dei destinatari, almeno 800 mila dovranno essere avviati in attività formative, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali. Entro il 2025, inoltre, si dovrà completare il piano di potenziamento dei Centri per l’impiego cui sono destinati 600 milioni di euro; di questi, 400 fanno riferimento a risorse già ripartite alle Regioni e gli altri 200 milioni saranno, invece, funzionali a realizzare iniziative di rafforzamento, come investimenti strutturali, in particolare sul versante della digitalizzazione, sviluppo di osservatori regionali, progettazione e realizzazione di interventi formativi, promozione dei servizi di identificazione, validazione e certificazione delle competenze e analisi dei fabbisogni. Particolare attenzione sarà data, infine, al potenziamento e alla promozione dell’integrazione territoriale dei servizi per l’impiego con altri servizi, in particolare, quelli sociali e per l’istruzione a la formazione.
Gli obiettivi
Diversi sono gli obiettivi che Gol si prefigge:
•Integrazione con le politiche attive regionali per evitare sovrapposizioni tra misure;
•Cooperazione tra sistema pubblico e sistema privato con il coinvolgimento delle agenzie per il lavoro nell’attuazione del programma;
•Personalizzazione degli interventi, differenziati per età ed esigenze;
•Coinvolgimento delle imprese e del territorio;
•Programmazione orientata ai risultati;
•Sistema informativo unitario e monitoraggio capillare per garantire omogeneità di funzionamento.
Le azioni
Il programma prevede quatto percorsi mirati di sostegno alla ricollocazione, più un quinto, distinto dai primi quattro, nei casi di crisi aziendale:
•Reinserimento: rivolto ai soggetti più facilmente occupabili;
•Aggiornamento: interventi formativi di breve durata e dal contenuto professionalizzante;
•Riqualificazione: percorso rivolto a lavoratori distante dal mercato dal lavoro e che necessitano di una più consistente attività di formazione;
•Lavoro e inclusione: sarà centrale la collaborazione con i servizi del territorio, quelli educativi, sociali, sanitari di conciliazione per rimuovere le barriere e gli ostacoli che vanno oltre la dimensione lavorativa;
•Ricollocazione collettiva nel caso di crisi aziendali che coinvolgono lavoratori formalmente occupati, ma potenzialmente in transizione. Il percorso prevede una valutazione dei profili di occupabilità non per i singoli, ma per gruppi di lavoratori.
Spunti per l’operatività di Gol
Nella prospettiva di ripresa post pandemia, le misure di politica attiva assumono rilevanza strategica: gli strumenti e le misure che verranno, adeguando le caratteristiche professionali, dovranno facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, migliorando le possibilità di accesso all’occupazione e al reinserimento lavorativo anche per le categorie più svantaggiate. Tuttavia, gli importanti obiettivi che il programma si pone potranno essere raggiunti soltanto ottimizzando lo stanziamento delle risorse e del capitale umano impiegati nei Servizi al lavoro, adeguando le relative infrastrutture tecnologiche e creando un’efficiente rete degli operatori dei servizi al lavoro con una integrazione più strutturata tra soggetti pubblici e privati.
Anche la formazione deve essere ritenuta una priorità del sistema Paese per la transizione verso un’economia più sostenibile e tecnologicamente più avanzata, in tal senso risulta indispensabile l’interconnessione tra i Servizi al lavoro e i Servizi per la formazione. L’attuazione in Italia del Recovery plan, con le relative risorse economiche, rappresenta pertanto il momento giusto per riorganizzare e strutturare il mercato del lavoro del Paese, favorendo una maturazione anche dal punto di vista culturale, tanto negli operatori che nei beneficiari delle misure. L’aspettativa è altissima e, dunque, con la consapevolezza che una così importante opportunità per il rilancio del Paese debba essere sostenuta con il contributo di tutti. I Consulenti del Lavoro, nel duplice ruolo di professionisti centrali nelle dinamiche del lavoro, nonché di operatori del mercato del lavoro, sono pronti, come sempre, ad essere protagonisti attivi.