MINISTERO DELL' ECONOMIA DEL TESORO E DELLE FINANZE MEF

Quanto vale in Borsa la partita delle nomine che in queste settimane sta giocando il Governo? Quasi 135 miliardi di euro. Ovvero il 22% dell’intero listino di Piazza Affari. A tanto, infatti, ammonta la capitalizzazione delle società quotate di Stato che si avviano al rinnovo dei vertici e dei consigli d’amministrazione. Lo afferma l’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.  

Nomine partecipate 2023 quali e quante sono

Tra poche settimane, come scrive Think Thank Quotidiano, si procederà al rinnovo degli Organi amministrativi, scaduti il 31 dicembre 2022, di 105 Società del Ministero dell’Economia e delle Finanze – 19 a controllo diretto e 86 a controllo indiretto, attraverso le sue Capogruppo Amco, Banca MPS, Cassa Depositi e Prestiti, Enav, Enel, Eni, Eur, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, GSEGestore Servizi Energetici, Invitalia, IPZS-Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, ITA-Italia Trasporto Aereo, Leonardo, Poste Italiane, Rai, Sace, Sogei, Sogin, Sport e Salute, STMicroelectronics.

Insieme all’approvazione dei rispettivi Bilanci, quindi, vi saranno le nomine per i 142 Organi sociali di queste 105 Società complessive, di cui 94 Consigli d’amministrazione e 48 Collegi sindacali; attualmente, questi Organi in scadenza sono composti da 610 persone, di cui 403 Consiglieri e 207 Sindaci; di questi 610 componenti totali, 147 persone siedono nelle Società controllate direttamente dal MEF (96 Consiglieri e 51 Sindaci) e 463 nelle indirette (307 Consiglieri e 156 Sindaci).

Società con 189,9 mld di fatturato complessivo

Secondo quanto si legge non tutti sono designati dal MEF o dalle sue Capogruppo, essendovi membri espressione di altri Soci. Le Società per cui è previsto il rinnovo hanno espresso complessivamente, con gli ultimi bilanci, un fatturato di 189,9 miliardi di euro (160,6 solo considerando Enel ed Eni), utili per 10,6 miliardi, con 288.146 dipendenti (187.702 solo tra Poste Italiane ed Enel).

“Riguardo alla tempistica – ricorda l’Osservatorio – le Assemblee ordinarie delle Società si devono tenere (ovvero svolgere, non semplicemente “convocare”) entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio, anche con eventuali modalità di svolgimento e forme di partecipazione da remoto. E la nomina dei Consigli di Amministrazione e dei Collegi Sindacali nelle Società partecipate dal MEF (le cui azioni sono ammesse alla quotazione nei mercati regolamentati) avviene mediante il meccanismo del voto di lista”

Il ruolo del MEF nelle partecipazioni pubbliche

L’Osservatorio Riparte l’Italia riporta che valutando le sole 34 Società industriali e di servizi del MEF (escluse, quindi, banche e assicurazioni, così come Holding Reti Autostradali – che non ha ancora Bilanci confrontabili – ma includendo Infratel, di Invitalia), l’aggregato degli ultimi Bilanci, approvati dalle rispettive Assemblee dei Soci, mostrava i seguenti dati: – fatturato di 279,6 miliardi di euro (in aumento del 45,1% sui 192,7 miliardi del 2020); – utili per 11,4 miliardi di euro (mentre nel 2020 si erano avute perdite per 4,2 miliardi); – 462.880 dipendenti (in aumento dell’1,13% sui 457.725 del 2020); – debiti finanziari per 182,8 miliardi (in aumento sui 164,1 miliardi del 2020).

“Di queste 55 Società MEF – viene spiegato – 13 sono quotate in Borsa (Banca MPS, Enav, Enel, Eni, Fincantieri, Leonardo, Italgas, Poste Italiane, Rai Way, Saipem, Snam, STMicroelectronics, Terna), per una capitalizzazione che al 1° gennaio 2023 era di 158,5 miliardi di euro, il 25,33% del valore complessivo; di 20,4 miliardi inferiore sui 178,9miliardi al 1° gennaio 2022; la perdita dell’11,4% A/A delle Società MEF è comunque inferiore a quella del 18,6% registrata dal mercato borsistico complessivo nello stesso periodo: da 768,8 miliardi a 625,6 miliardi tra inizio gennaio 2022 e inizio gennaio 2023″.

“A conferma della dimensione delle Partecipate – scrive ancora Think Thank Quotidiano – Enel ed Eni, da sole, rappresentano oltre il 15% di tutta la capitalizzazione della Borsa Italiana. A queste 13 quotate, si aggiungono, poi, altre 6 Società che hanno strumenti finanziari quotati (Amco, Invitalia, CDP, Ferrovie dello Stato Italiane, Rai e Sace).

I criteri per la selezione delle candidature

Le nomine o designazioni di candidature al ruolo di Amministratore unico, membro del Consiglio di amministrazione o del Collegio sindacale implicano l’esercizio di un’attività di indirizzo politicoamministrativo, la cui titolarità è in capo all’organo di governo del MEF.

Tra i criteri che si dovranno seguire per le nomine vi è quello dell’equilibrio di genere, previsto già dalla Legge n. 120 del 2011, rafforzato con la Legge di Bilancio per l’anno finanziario 2020 (Legge 27 dicembre 2019, n.160; la cui applicazione decorre dal primo rinnovo dell’entrata in vigore della Legge), che prevede che le donne (“il genere meno rappresentato”, secondo il dettato) ottengano una rappresentanza di almeno due quinti dei Consiglieri d’Amministrazione e dei Sindaci nelle Società quotate; con l’eccezione delle Società appena quotate, che hanno un obbligo posto al 20% (modifiche recepite dalla Consob nel maggio 2020).