Switch, la consolle Nintendo che ha il compito non facile di succedere alla mitica Wii, rischia di non raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si era prefissata. Lanciata l’anno scorso con l’obiettivo di rendere l’esperienza di gioco il più semplice possibile, permettendo allo stesso tempo ai giocatori di utilizzarla in modi nuovi, come trasformarla in un pianoforte o in una motocicletta virtuali, la consolle portatile ha faticato fin qui a trovare nuovi clienti al di là dello zoccolo duro dei fans. Secondo i programmi, lo Switch avrebbe dovuto vendere 38 milioni di pezzi entro il prossimo marzo. Ma per gli analisti si fermerà, si fa per dire, a 35 milioni, al di sotto delle attese. Il motivo del pessimismo è legato anche alla scarsità dei giochi che Nintendo lancerà nei prossimi mesi: i suoi titoli più famosi, Super Mario, Zelda e Splatoon, sono già stati spesi nel primo anno, e non si vedono fin qui nuove proposte in grado di trainare la vendita dell’hardware. Anche per questo l’obiettivo della vendita di 90 milioni di consolle in 5 anni appare oggi difficilmente raggiungibile. Ma Nintendo smentisce queste previsioni, affermando che è troppo presto per fare una valutazione prospettica per il secondo anno di vendite, e mantenendo le proprie ottimistiche previsioni. La Borsa però non sembra crederci: le azioni Nintendo hanno perso circa il 33% dal picco di gennaio, cancellando più di 20 miliardi di dollari di valore di mercato. La più grande delusione di quest’anno è stata Nintendo Labo, i componenti aggiuntivi in cartone che trasformano lo Switch in diversi oggetti con cui giocare. Come il Wii, sono stati progettati per attirare i non giocatori, e per ampliare così il numero dei clienti del dispositivo. Ma le vendite hanno faticato, e il valore del titolo ne ha risentito. Il mese scorso, il presidente di Nintendo, Shuntaro Furukawa, ha detto ai giornalisti di Osaka che “ci vorrà del tempo” per vedere se il prodotto riesce ad affermarsi.
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