Sergio Bramini, l’imprenditore di Monza divenuto ahilui tristemente famoso per essere stato sfrattato da casa sua dagli ufficiali giudiziari andati a pignorargli l’appartamento per venderlo in una procedura fallimentare, è divenuto consigliere del governo gialloverde proprio sulla materia che lo ha visto ingiustamente perseguitato, quella delle aste giudiziarie. Si sa che Bramini è fallito pur vantando 3 milioni di euro di crediti verso una Asl siciliana alla quale aveva incautamente fornito i propri servizi e che non lo ha pagato perché in dissesto. E la vergogna è che uno Stato, incapace di onorare i propri debiti verso un fornitore privato, sia poi solerte ed anzi inflessibile nel pretendere i propri crediti dalla stessa persona: perché è lo stesso Stato ad aver proceduto con l’escussione del pegno senza riuscire a derogare alle procedure in nome di una giustizia più profonda. Ebbene, di tutto questo si parlerà lunedì 18 giugno nella Sala Tatarella della Camera dei deputati a Roma, alle 14,45, in un convegno dal titolo “Emergenza aste giudiziarie, proposte di modifiche legislative”, condotto e concluso appunto da Bramini, che presenterà – insieme con l’avvocato Biagio Riccio - i contenuti di una nuova proposta di riforma elaborata con il favore del governo gialloverde che dovrebbe quindi rapidamente incontrare l’approvazione del Parlamento.
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