Il Tribunale amministrativo regionale del Veneto, con l’ordinanza 210 del 22 febbraio 2018, ha posto la questione di legittimità costituzionale della Riforma Madia e del decreto del Governo Renzi, con cui si è inteso assorbire il Corpo Forestale dello Stato nell'Arma dei Carabinieri, militarizzandone il personale.
Aggiungendo ulteriori severe contestazioni alla legittimità dell’assorbimento del Corpo forestale rispetto a quelle già sollevate dal TAR Pescara, i giudici amministrativi veneziani hanno espresso dubbi sulla compatibilità della riforma alla Costituzione, considerando che la libertà dei dipendenti dell’ex Corpo Forestale di scegliere se essere civili o militari, quale libertà fondamentale di ogni individuo garantita dall’art. 2 della Carta Costituzionale, deve prevalere su qualsiasi esigenza di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. I forestali erano infatti una polizia civile, e per la riforma sono diventati militari.
La riflessione dei giudici veneziani, dopo un attento ed esaustivo esame della riforma, è che lo status di militare comporta sensibili limitazioni ai diritti di chi assume questo onere. In particolare, dunque, imporlo a chi era dipendente civile, senza concedere alcuna ragionevole alternativa, contrasta con i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo. Deciderà la Corte Costituzionale.
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