In attesa di celebrare dall’ottobre dell’anno prossimo l’Esposizione Universale rinviata di un anno causa pandemia, gli Emirati Arabi Uniti sostengono le imprese, incluse quelle estere, con un pacchetto di misure anti-Covid imponente e soprattutto, visto come vanno le cose dalle nostre parti, subito erogato e effettivo. Fin dal 15 marzo è attivo il “Targeted economic supportscheme” (regime di sostegno economico mirato), che mira a fornire un sollievo dai pagamenti di capitale e interessi sui prestiti in essere per tutte le società del settore privato con un fondo da 50 miliardi di dhiram, oltre 12 miliardi di euro, distribuito attraverso prestiti garantiti da interessi allo 0% per le banche che operano negli Eau. Inoltre, altri 50 miliardi di dhiram sono stati liberati dalle riserve di capitale delle banche, per incoraggiare ulteriori prestiti alle imprese del settore privato bisognose di credito. Come previsto, la misura ha incoraggiato le banche a prestare più liberamente ai clienti corporate. Secondo i dati della Banca Centrale degli Eau, verso la fine di aprile erano già stati utilizzati circa 30 miliardi di dhiram, pari a oltre 7,4 miliardi di euro, ovvero il 60% di quanto stanziato. Inoltre, Abu Dhabi ha previsto 3 miliardi di dhiram, pari a circa 740 milioni di euro, per il sistema di garanzia del credito alle Pmi gestito dall’Ufficio per gli investimenti di Abu Dhabi al fine di stimolare i finanziamenti delle banche locali e consentire alle Pmi di superare la crisi. Èstata anche introdotta un’esenzione per le start-up da garanzie di performance per progetti fino a 50 milioni di dhiram, circa 120 milioni di euro. Massima attenzione anche alle imprese straniere, incluse quelle italiane, presenti nelle Free Zone, con un programma di ulteriore riduzione delle tasse, come per esempio l’esonero del 100% dalle tasse di rinnovo della licenza commerciale, delle attività commerciali, della protezione dei dati, per le nuove autorizzazioni di lavoro temporaneo, fino al 25 marzo 2021. «Il mondo dell’impresa è molto soddisfatto delle misure adottate, che per di più sono state estese alle imprese estere» dice Giovanni Bozzetti, presidente di Efg Consulting, società di advisory sull’internazionalizzazione con una lunga tradizione di presenza a Dubai, «per venire incontro alle esigenze degli investitori, esteri e non, sono state fatte riduzioni enormi dei costi delle licenze e dei servizi. Visa e documenti in scadenza sono stati prorogati fino a fine anno». Per Bozzetti ad aiutare le imprese, poi, non sono soltanto misure di sostegno e sgravi fiscali, ma anche il clima generale che si respira nel paese. «Quello che dovrebbe fare venire voglia agli imprenditori italiani di avviare attività negli Emirati è il sentimento di fiducia nella leadership da parte dei cittadini. Lo Stato è percepito come un prezioso alleato del sistema economico e dell’individuo». Un clima che è rafforzato dalle azioni intraprese dalle autorità per affrontare l’emergenza Coronavirus. «Gli Emirati Arabi Uniti sono tra i paesi che hanno fatto il maggior numero di tamponi in rapporto alla popolazione» sottolinea il presidente di Efg Consulting, «e i tamponi sono gratuiti. Si va in automobile in uno dei tanti luoghi deputati in giro per il paese, si fa poca coda, si tira giù il finestrino e si fa il test, nella massima sicurezza. A quel punto si è tenuti ad andare a casa, ed entro 8 ore si ha l’esito; nel caso fosse positivo, si deve restare in casa per due settimane. Non ci sono stati problemi di sovraffollamento nelle terapie intensive perché il numero di posti disponibili in rapporto alla popolazione era molto superiore al nostro».
Negli EAU le risorse promesse arrivano davvero alle imprese
Gli Emirati Arabi Uniti hanno varato un massiccio piano di sostegno alle aziende, incluse quelle straniere che operano nelle Free zone. A fine aprile ne erano già state erogate il 60%, per oltre 7,4 miliardi di euro