La gran parte dei mutui contratti dagli enti locali nel 2021 si è riversato nel Nord del Paese, che pesa per il 45% del totale (650 milioni su 1.438). Segue il Centro, con 537 milioni (37%), e infine il Sud, con 251 milioni, pari al 17% del totale. Emerge dal dossier di Centro Studi Enti Locali (Csel), realizzato per Adnkronos, sulla base dei dati diffusi nei giorni scorsi dalla Ragioneria generale dello Stato. In termini pro-capite, i valori più alti nel
2021 sono stati quelli della regione Lazio (61 euro a testa), seguita da Marche (49) ed Emilia Romagna (29). All’estremo opposto, la Valle d’Aosta (1,5 euro), il Molise (6,2 euro) e la Basilicata (9.6 euro).
Il debito degli enti locali è aumentato
Lo stesso Ministero dell’Economie e Finanze ogni anno presenta un’indagine che traccia l’andamento dell’indebitamento degli enti locali. Nell’indagine del ministero sono stati rilevati anche i prestiti obbligazionari sottoscritti dagli Istituti facenti parte del campione, che sono in tutto 26. L’indagine mostra un aumento dello stock delle passività a carico degli enti territoriali relativamente ai mutui: considerando congiuntamente regioni ed enti locali, il debito residuo al 1° gennaio 2022 è pari a 54,7 miliardi di euro a fronte dei 50,8 miliardi registrati al 1° gennaio 2021.
In calo lo stock dei prestiti obbligazionari: da 5,8 a 3,9 miliardi.
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Negli anni si ricorre sempre meno alle banche
Dall’indagine emerge anche come negli ultimi 20 anni i mutui siano uno strumento sempre meno utilizzato dalle amministrazioni locali, anche a causa dei minori vincoli sull’avanzo di amministrazione che sono stati concessi nell’ultimo decennio. Dal 2001 a oggi i mutui delle amministrazioni locali si sono ridotti di due terzi. Nel caso delle Regioni si registra nel 2022, però, un aumento del 25% dell’esposizione debitoria. Il numero maggiore di mutui è stato concesso a comuni con meno di 20mila abitanti (437), ma in termini di valori monetari sono i comuni capoluogo a fare la parte del leone (712 milioni di euro). La spesa maggiore riguarda le opere viabilistiche e le infrastrutture con 399milioni di euro, seguiti da impianti e attrezzature ricreative con 257 milioni di euro.