In Europa 864.119 auto immatricolate a novembre (-17,5% sul 2020)

Secondo i dati diffusi da Area, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito, a novembre le immatricolazioni di auto ammontano a 864.119 unità, il 17,5% in meno rispetto a novembre 2020. Nei primi undici mesi del 2021, i volumi immatricolati raggiungono 10.824.670 unità, con una variazione positiva dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (ma -25,6% rispetto a gennaio-novembre 2019).

Nuova operatività ristori Emilia-Romagna: banner 1000x600

Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


L’origine del trend negativo è nella crisi dei semiconduttori

«Nel mese di novembre, il mercato auto europeo si mantiene in flessione a doppia
cifra per il quinto mese consecutivo (-17,5%). In termini di volumi, si tratta del
novembre peggiore dal 1993» afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia.
Si confermano cali a due cifre in quasi tutti i Paesi, inclusi tre dei cinque major market
(compreso UK): -31,7% Germania, -24,6% Italia e -12,3% Spagna. La Francia registra una flessione più contenuta, -3,2%, mentre il Regno Unito torna ad avere segno positivo,
+1,7%. Per questi cinque mercati nel complesso, la contrazione delle immatricolazioni,
-18,5%, è più severa della media UE e la loro quota complessiva sul totale immatricolato
si attesta al 70,2%. A causare la pesante flessione della domanda registrata negli ultimi mesi dal mercato europeo, che, in termini di immatricolazioni, potrebbe chiudere il 2021 poco sotto i livelli dello scorso anno, è soprattutto il persistente problema della crisi dei
semiconduttori, un fenomeno che, a livello globale, secondo le stime di Alix Partners,
porterà a chiudere l’anno in corso con quasi 8 milioni di autoveicoli prodotti in meno
rispetto al 2020.

Con il Green Deal l’automotive perde mezzo milione di posti di lavoro

Anche per il 2022 ci sono ancora nubi all’orizzonte: oltre alla crisi dei semiconduttori, occorrerà monitorare con attenzione i rincari delle materie prime e, ovviamente, l’evolversi delle normative legate alla transizione ecologica, in primis le proposte di  modifica del regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 di vetture e veicoli commerciali leggeri contenute nel pacchetto Fit for 55. Secondo il recente studio pubblicato da CLEPA e Strategy&-PwC, dedicato alla valutazione dell’impatto delle
politiche del Green Deal sull’occupazione e sul valore aggiunto della filiera della
componentistica europea nel periodo 2020-2040, un approccio concentrato sui soli
veicoli elettrici porterebbe alla rapida perdita di circa mezzo milione di posti di lavoro
in UE. Un dato che, in Italia, corrisponde a oltre 70.000 posti di lavoro a rischio – una
crisi economica e sociale senza precedenti. «Stiamo lavorando – spiega Scudieri – affinché in UE si torni a difendere il principio di neutralità tecnologica: integrare l’elettrificazione con l’utilizzo di carburanti rinnovabili, infatti, potrebbe restituire una riduzione di CO2 del 50% entro il 2030, mantenendo posti di lavoro e creando valore aggiunto. Per l’Italia, inoltre, auspichiamo che nella Legge di Bilancio, vengano previste misure di incentivazione alla domanda dei veicoli a zero e a basse emissioni con una dotazione adeguata e secondo una programmazione pluriennale, intervento indispensabile per sostenere questi segmenti di mercato e la relativa filiera produttiva nel loro progressivo sviluppo».