Societe Generale quota i primi certificati sul nuovo indice sostenibile italiano (Mib® Esg)

Italia ancora in ritardo rispetto al resto d’Europa sul fronte della sostenibilità, nonostante tale termine sia entrato oramai prepotentemente all’interno delle strategie di comunicazione con cui le aziende sponsorizzano beni, servizi ed attività. Lo rivela una indagine condotta da ConsumerLab – centro studi specializzato in sostenibilità – e presentata nel corso della 2/a edizione del Congresso nazionale “Future Respect – imprese sostenibili, pratiche a confronto” organizzato allo Stadio di Domiziano di Roma.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.



Troppa pubblicità a fronte di un basso impegno sostenibile

Meno del 9% delle Pmi italiane può oggi essere considerata impegnata nella trasformazione sostenibile, neanche il 3% redige un bilancio di sostenibilità e il 6% tratta obiettivi di sviluppo sostenibile senza però documentare una concreta strategia, con numeri dei risultati raggiunti e degli impatti realizzati – si legge nella ricerca di ConsumerLab – Un ritardo rispetto alla realtà del resto d’Europa che potrebbe rappresentare un ostacolo per la corretta attuazione del Pnrr, e un paradosso sul fronte della comunicazione: in Italia, secondo i dati raccolti dal centro studi, oltre il 20% delle pubblicità su radio, tv e carta stampata fa riferimento al concetto di Sostenibilità, allo scopo di “fare colpo” sui consumatori e migliorare la reputazione aziendale, ma senza un impegno reale e concreto.

Il 60% non ha un bilancio di sostenibilità

Lo studio di ConsumerLab fa poi le pulci a 1.915 grandi imprese inserite nella classifica di Mediobanca, per capire quale sia il reale coinvolgimento delle aziende leader sul tema delle politiche sostenibili. Dalla ricerca è emerso che 1.230 aziende (il 64,2% del totale) non presentano il bilancio e solo il 52,8% riserva una sezione del proprio sito internet alla Sostenibilità. Tra 345 gruppi bancari, il 60,6% non presenta un Bilancio di Sostenibilità, il 38,3% non riserva alcuno spazio sul proprio sito web alla Sostenibilità. Situazione che peggiora se si analizzano le 76 principali imprese assicuratrici: il 72,4% non presenta un Bilancio di Sostenibilità, il 54% non riserva alcuna sezione alla Sostenibilità.

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Ma la maglia nera in tema di sostenibilità – secondo la ricerca di Consumerlab – spetta al settore della cosmetica e del benessere: su 100 Imprese solo 14 pubblicano i Bilanci di Sostenibilità, nonostante il comparto sia quello che in Italia cavalca in modo più spregiudicato il tema della sostenibilità.

Promozione della cultura della sostenibilità

“Sul versante della sostenibilità c’è ancora molto da fare nel nostro paese – sottolinea Francesco Tamburella coordinatore di ConsumerLab e del congresso – La cultura della sostenibilità è la risorsa strategica necessaria per superare la crisi sistemica delle strutture che organizzano la nostra vita e delle motivazioni con cui la conduciamo. Il nostro impegno è proprio quello di far conoscere alle imprese le reali opportunità dei diversi programmi e creare le condizioni per sfruttarle al meglio. In tale direzione abbiamo deciso di coinvolgere anche le Associazioni dei Consumatori, sentinelle della comunicazione corretta e della trasparenza dei comportamenti, attiviste della promozione della cultura della sostenibilità”.