Rispondere non solo alle sfide del global warming, ma anche a quelle sorte dalla guerra in Ucraina – con l’esigenza per famiglie e imprese di difendersi dal caro energia e quella per l’Europa di rendersi autonoma dal gas russo – attraverso un modello prosumer basato su fonti di energia rinnovabile. È la proposta di Viessmann, gruppo attivo nei sistemi di riscaldamento e climatizzazione presente in 74 Paesi con 13mila dipendenti, 300 dei quali in Italia, e 3,4 miliardi di euro di fatturato nel 2021, 300 milioni in Italia. «Ci siamo presi un grande impegno per contribuire ad arrestare il cambiamento climatico» ha detto Max Viessmann, giovane neo Ceo dell’azienda di famiglia figlio dell’ex Ceo e presidente Martin all’incontro con la stampa nella sede italiana nel veronese, «da più di un secolo ci battiamo per un cambiamento positivo. Come dice il nostro motto, diamo forma agli spazi abitativi per le generazioni future: quindi possiamo avere un’influenza su di loro».

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.



Fondato nel 1917, il gruppo Viessmann festeggia quest’anno i 105 anni di attività: un anniversario di soddisfazione per un gruppo in crescita («l’Italia ha contribuito in maniera molto significativa» ha rimarcato il Ceo) che sta progressivamente ampliando la propria presenza a livello globale. Viessmann propone soluzioni, sia in ambito residenziale sia commerciale e industriale, che sono integrate, sostenibili e in regime di totale autarchia energetica green, in grado di rendere il consumatore e in prospettiva l’imprenditore a sua volta un produttore di energia. È il modello che è stato definito prosumage, che prevede consumo, produzione e stoccaggio dell’energia, per poi magari metterla a fattor comune in una rete più ampia, per esempio di comunità energetica. Viessmann mira a superare l’approccio per cui le tecnologie vengono considerate singolarmente a favore della sinergia tra i vari componenti del sistema energetico. Il gruppo ha infatti la capacità di offrire tutte le tecnologie per un impianto energetico completo: tutti i componenti sono connessi e in grado di dialogare tra loro, massimizzando l’efficienza del sistema con conseguenti benefici in termini di risparmio su costi energetici, facilità di gestione dell’impianto, unico referente a cui rivolgersi per l’installazione e per l’assistenza. «Non è sufficiente avere un inverter, una pompa di calore e un pannello fotovoltaico» mette in evidenza Max Viessmann, «per fare un vero upgrading questi sistemi devono lavorare in modo integrato».

Un altro elemento chiave è la possibilità di gestire l’intero sistema in modo smart grazie alle soluzioni digitali. È il caso, nell’ambito residenziale, della nuova piattaforma digitale Viessmann One Base, che consente di gestire tramite la app ViCare l’intero sistema energetico di casa composto da fotovoltaico, pompa di calore e sistema di ventilazione, per un utilizzo comodo ed efficiente. «Per renderci indipendenti anche dalle forniture di gas russo, in Germania come in Italia, dobbiamo diventare molto più autonomi a casa nostra» sottolinea Viessmann. «Il momento è adesso, il consumatore è protagonista e dovrebbe guardare non solo al prezzo del sistema, ma al suo valore spalmato nel tempo».

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Del sistema energetico può far parte anche il cosiddetto vehicle to home. «Oggi il veicolo elettrico è un grande veicolo di immagazzinamento di energia» ha affermato il Ceo in risposta a una domanda sul tema, «per esempio un pendolare sa di non aver bisogno di ricaricare completamente la batteria, e che tornato a casa potrà utilizzare quella residua per il bisogno di elettricità domestico, dalla lavatrice all’acqua calda al riscaldamento: si tratta di sistemi integrati. Ma certo con la crisi energetica innescata dalla guerra più che di auto elettriche abbiamo proprio bisogno di energia nelle case, perché dobbiamo diminuire il consumo: questo sarà molto vero nel prossimo inverno».

Viessmann si è soffermato anche sulle soluzioni da adottare a livello europeo. «Le ambizioni sono eccessive, forse stiamo correndo troppo?» si chiede il Ceo. «La domanda sta sorgendo spontanea, ma non stiamo correndo troppo veloce perché il global warming e le sfide della guerra non ci aspettano, dobbiamo rispondere ora. Non è un problema di velocità, ma di usare l’intero portafoglio delle soluzioni a nostra disposizione, dai combustibili ai gas verdi: tutto ciò che ci può allontanare dalla dipendenza dal gas russo, credo che aumentare il ventaglio ci aiuterà molto. Tra le soluzioni figura anche quella dell’idrogeno, che si può usare in ambito industriale siderurgico e metalmeccanico, ma in prospettiva anche con una distribuzione decentralizzata: da qui a 10 anni ce ne sarà un’elevata disponibilità, e il prezzo dei combustibili che aumenta rende questa soluzione più interessante».

Alla mission dell’azienda di creare gli spazi abitativi per le generazioni future, i recenti avvenimenti politici mondiali hanno dunque affiancato la necessità di accelerare ulteriormente e con decisione il percorso della transizione energetica e dell’indipendenza dai combustibili fossili. Si inserisce in questa strategia la recente decisione del gruppo di un investimento record di un miliardo di euro nei prossimi tre anni nel segmento delle pompe di calore e delle soluzioni sostenibili. A metà luglio il board ha fatto tappa a Legnica, in Polonia, per la posa della prima pietra di un nuovo stabilimento di produzione di pompe di calore. Una volta completato nel 2023, lo stabilimento di 50.000 mq contribuirà in modo significativo al successo della transizione energetica, ma anche all’indipendenza dai combustibili fossili, in particolare dalle importazioni di gas russo. Proprio a questo scopo, l’estensione del modello prosumer (o più correttamente prosumage) alle aziende è strategico.

«Quando è scoppiata la guerra ci siamo chiesti: saremo in grado di produrre se ci verranno tagliati gli approvvigionamenti?» racconta Viessmann. «Nella maggior parte dei nostri impianti industriali possiamo usare diverse fonti di energia. In Germania ci sono campi fotovoltaici, capacità di immagazzinamento, biogas. I mezzi per diventare indipendenti ci sono, la differenza è che non saranno al 100% basati sull’elettricità».

Di qui la proposta Viessmann con le soluzioni per applicazioni commerciali e industriali: i nuovi sistemi ibridi che vedono l’abbinamento dei generatori a gas Vitocrossal o Vitodens con pompe di calore ad alta temperatura Vitocal 100-A Pro (fino a 1,2 MW); il fotovoltaico, con inverter, batterie e moduli Vitovolt; i cogeneratori Vitobloc, i generatori di vapore Vitomax, le caldaie a biomassa Schmid, di cui Viessmann è distributore in Italia. Tra i punti di forza del settore industriale Viessmann c’è una gamma di servizi volta a fornire il supporto necessario per garantire il corretto funzionamento degli impianti e le migliori prestazioni in termini di rendimenti, affidabilità e sostenibilità.

Secondo il giovane Ceo del gruppo la possibilità di rendere energeticamente autonome le aziende, specie le medie e piccole così capillari in Italia, esiste, si tratta di attivarla in modo sistemico. «Se dovessimo usare tutta l’efficienza energetica disponibile oggi connettendo tramite gli strumenti digitali le Pmi con gli edifici residenziali, avremmo colmato il gap provocato dalle restrizioni dell’approvvigionamento di gas dalla Russia» afferma Max Viessmann. «Non ci vuole tutto il tempo che si potrebbe immaginare per arrivarci, abbiamo gli strumenti e dobbiami usarli: l’efficienza energetica delle Pmi è della massima importanza».