L’intelligenza artificiale sta improvvisamente facendo notizia. La tecnologia è pronta a diventare uno strumento aziendale standard? Bryce Hall, consulente di McKinsey per le trasformazioni digitali e analitiche delle aziende, sostiene che la combinazione di competenze e giudizi umani con le raccomandazioni basate sui dati dell’intelligenza artificiale è un modo impegnativo ma potente per ottenere risultati aziendali.
“Nel 2017, circa il 20% delle aziende che hanno risposto all’indagine sull’IA di McKinsey Global ha dichiarato di aver adottato l’IA in almeno una delle proprie aree di business – racconta Hall al sito dell’Università di Yale – Oggi questo numero è due volte e mezzo superiore. Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo assistito a un livellamento intorno al livello del 50%. Un motivo importante è che adottare l’IA non significa semplicemente investire in una nuova tecnologia. I risultati migliori si ottengono quando le persone possono integrare le loro competenze con le ricche conoscenze che l’IA è in grado di fornire. Una delle sfide principali che le aziende devono affrontare è lo sviluppo di processi per integrare le persone e gli strumenti e gli insight dell’IA”.
I principali casi di utilizzo dell’IA – prosegue il superesperto – sono in generale l’ottimizzazione delle operazioni di servizio. Lo sviluppo di prodotti o servizi è sempre ai primi posti. Anche i casi di utilizzo del marketing e delle vendite lo sono. In tutti questi casi, l’IA è incorporata in prodotti utilizzati per l’analisi del servizio clienti, la segmentazione dei clienti, la generazione di lead, l’acquisizione di nuovi clienti o il marketing”. Insomma, l’intelligenza artificiale “è perfetta per le sfide di ottimizzazione a più variabili. È in grado di analizzare vasti set di dati e un gran numero di variabili e di fornire raccomandazioni. Per una compagnia aerea, potrebbe trattarsi di quali rotte passeggeri percorrere, di miglioramenti alle operazioni di manutenzione o di come massimizzare la resa delle merci. Per un’azienda mineraria, un motore di intelligenza artificiale basato su sensori IoT (Internet of Things) può fornire indicazioni su regolazioni precise dei frantoi o dei bagni chimici in base alle caratteristiche del minerale in lavorazione. Questo ha permesso alle miniere di aumentare la produzione e il rendimento di oltre il 10%. Si tratta di operazioni ad alta intensità di capitale, quindi renderle più efficienti e più rispettose dell’ambiente può significare anche centinaia di milioni di risparmi”.