Chi è senza peccato fiscale scagli la prima pietra. Ma non nel senso ovvio e veniale: qualche fattura non chiesta all’artigiano amico, qualche scontrino tralasciato in ristorante. Tutti involontariamente abbiamo peccato nel senso di essere stati infingardi fiscali. Di essersi lasciati derubare da un fisco talmente complesso ed involuto da essere ormai indecifrabile e inapplicabile anche da parte del fiscalista più bravo.
La legge tributaria non ammette ignoranza, ma la nostra vita vera e quotidiana è ovviamente intrisa e condizionata dall’ignoranza di tutte le leggi mal scritte. Bisogna riconoscerlo, quanto siamo fiscalmente ignoranti e dunque incapaci di tutelare i nostri legittimi interessi reddituali e patrimoniali. E qual è l’unico modo per colmare questo gap cognitivo nell’unico modo saggio, per chi non sia un commercialista a 24 carati? E’ attrezzarsi per tutelare al meglio, e nell’ambito dei nostri diritti civili, il patrimonio che abbiamo costruito col nostro lavoro o ereditato dal lavoro dei nostri cari. Come? Procurandosi, e seguendo, i giusti consigli.
Il libro che Economy regala ai suoi lettori con il numero che state leggendo – “Patrimonio, trust ed altre tutele ai tempi del Covid-19” – è lo strumento più adatto alla bisogna: o quantomeno, rappresenta una valida sintesi della consulenza che si può ottenere da professionisti competenti e dedicati alla tutela patrimoniale trasparente ma intrasingente, all’insegna del motto “niente di meno del dovuto, ma neanche un centesimo in più”.
La filosofia di Carlo Carmine e del suo staff non è quella di difendersi dalle tasse ma dalla loro spregiudicatezza, sì
L’autore è Carlo Carmine, un bocconiano esperto in fiscalità internazionale, con un curriculum lungo fin lì, è fondatore del Gruppo Cfc Trustee/Cfc Legal che da oltre 16 anni ha come mission la protezione del patrimonio di imprenditori e professionisti attraverso i ricorsi avverso gli Agenti della Riscossione e tramite l’utilizzo dello strumento del Trust. Quindi è capo di una task-force in grado di confrontarsi con il volto peggiore del fisco italiano, quello rapace oltre il giusto, prevalendo nelle sedi proprie del confronto, quelle del contenzioso tributario. E prevenendo il prevenibile con, appunto “il trust e altre tutele”.
Intendiamoci: le tasse vanno pagate senza se e senza ma. Non bisogna “difendersi dalle tasse”. Ma dal loro spregiudicato abuso, sì. Perché altrimenti significherebbe farsi “buggerare” da leggi scritte vomitevolmente, in contraddizioni reciproche o accavallamenti normativi, regolamenti inapplicabili e giurisdizioni confusionarie e distratte, e dunque di fatto spesso prevaricatrici.
In questa fase storica, peraltro, l’attenzione preventiva del contribuente onesto contro il rischio di subire abusi deve salire fino all’allarme rosso. La confusione tecnica e politica negli indirizzi in materia fiscale dell’attuale esecutivo è sotto gli occhi di tutti. La pandemia del Covid-19 sta stressando la nostra economia pubblica con una durezza senza precedenti. Sia pur ritardati dall’inefficienza burocratica, le casse erariali stanno iniziando a erogare risorse: il deficit aumenterà, il debito pure, mostruosamente. Al di là delle vane promesse di riduzione del carico fiscale, tutti i dati a nostra disposizione ci fanno tenere l’esatto contrario. E il denaro in arrivo dall’Europa, se saremo in grado di meritarcelo, ben difficilmente verrà stanziato per dare un sollievo fiscale ai contribuenti. Dunque attrezzarsi per prevenire i danni di un’ulteriore stretta è un imperativo categorico. Scriveva Dante Alighieri: “Saetta previsa vien più lenta”. Appunto, anche una freccia, se sappiamo prevederne la traiettoria, può essere schivata.
Ancor più utile, dunque, anzi prezioso, può risuktare a questo scopo il libro che avete tra le mani. (s.l.)