Argo, dispositivo per aiutare i nuotatori con disabilità visiva

Lo spirito è l’inclusione: i risultati, però, sono sempre diversi e, ogni anno, grazie all’iniziativa Make to Care, promossa da Sanofi, l’innovazione si mette al servizio del sociale, offrendo opportunità per valorizzare start up, giovani talenti, idee. Quest’anno, come ci spiega Marcello Cattani, presidente e Ad di Sanofi Italia, «i progetti vincitori del contest sono stati sviluppati da persone giovani: le nuove generazioni hanno un enorme potenziale in termini di innovazione e anche di attenzione al sociale e all’inclusione». Le sue parole non sono retoriche.

Argo progetto per la disabilità visiva in piscina

A confermarcelo sono direttamente i due protagonisti: Giuseppe Campanale, 24 anni che, insieme ad altri due laureandi dello IUAV di Venezia, ha elaborato Argo (uno strumento utile per i nuotatori con disabilità visiva) e Jessica Podda, 32 anni, lei di Genova, che ha sviluppato Digicog-Ms, una app destinata ai pazienti di sclerosi multipla. Partiamo da Argo: «Il progetto – spiega Giuseppe – è nato all’interno del corso di laurea. Si tratta di una piattaforma open source, aperta quindi al contributo e alla condivisione di altri.

«In una situazione ordinaria – continua – il nuotatore con disabilità visiva deve necessariamente seguire le istruzioni del tecnico che lo deve guidare. Con questo dispositivo dalla forma ergonomica, agganciato agli occhialini da nuoto e fissato sul retro della nuca, grazie ad alcuni sensori posti nel bordo piscina, il soggetto si muove in autonomia». In pratica, il laser e la fotocellula “registrano” i movimenti del nuotatore in vasca e “dialogano” con il dispositivo che indossa il nuotatore che, a sua volta, comunica attraverso delle vibrazioni di diversa intensità, a seconda che il soggetto stia raggiungendo il bordo piscina o si stia spostando troppo a destra o a sinistra, avvicinandosi eccessivamente ai galleggianti.

Digicog-Ms un aiuto per persone con sclerosi multipla

Grazie alla creatività e al talento di Jessica – che lavora nel Centro riabilitazione Fism di Genova – scopriamo un altro progetto, Digicog-MS. «Molte persone con sclerosi multipla, durante il Covid, hanno rinunciato alle cure per paura di contagiarsi» esordisce. Anche se si tratta di una patologia che, in alcuni casi, colpisce la capacità del soggetto di deambulare e di stare in equilibrio, «è altrettanto vero che in 2/3 dei casi», come ci spiega Jessica, «i pazienti riscontrano problemi cognitivi».

La telemedicina ci viene in aiuto. «Abbiamo sfruttato le sue potenzialità dando vita a questa app», evidenzia. Il programma si suddivide in 4 differenti test sul disturbo cognitivo: i primi due valutano le capacità di velocità ed elaborazione di dati, informazioni, oltre che di memoria visivo-spaziale, dando risultati immediati e facilmente “leggibili”, gli altri due test, invece, verificano la memoria verbale e il linguaggio dell’utente e, pertanto, necessitano di una registrazione vocale che poi però deve essere analizzata dal medico.

«Stiamo già lavorando ad un algoritmo di AI (Intelligenza artificiale) – sottolinea ancora Jessica – il nostro obiettivo è rendere facilmente fruibili anche i risultati di questi test. Più addestriamo l’algoritmo, più riusciamo a renderlo più efficiente e performante rispetto ai bisogni dei pazienti con sclerosi multipla».

Il paziente, in pratica, in autonomia svolge i test e il medico può valutare a posteriori le funzioni cognitive del soggetto. «L’idea è di rendere accessibile questo strumento a tutti, immettendolo negli store», afferma. Nascerà, dunque, uno strumento in più che rafforzerà la relazione tra medico e paziente, «la quale non può e non deve venir meno», puntualizza Jessica, visto che «è l’esperienza del clinico a dare sempre significato ai numeri e ai risultati dei test cognitivi».

Healthcare, la strategia di Sanofi

Sia per Argo che per Digicog-MS i protagonisti sono giovani e, in entrambi i casi, l’innovazione si applica al sistema dell’healthcare. Proprio grazie a Sanofi, con Make to Care, attraverso sinergie con il mondo della ricerca, dell’università, di contesti dell’innovazione e di altri partner, negli anni, è stato apportato un contributo concreto e reale per cogliere i bisogni dei pazienti e, soprattutto, per dare risposte migliorando la loro quotidianità e qualità di vita.

«Questo progetto ci ha insegnato – conclude l’Ad di Sanofi Italia Cattani– quanto sia importante l’ascolto delle comunità, siano essi pazienti o makers, innovatori, di saper affiancare allo sviluppo di farmaci un’attenzione più ampia alla persona e all’impatto sociale di ciò che facciamo». L’ambizione è alta: sfidare i confini della scienza, per migliorare la vita delle persone.