Arriva alle 21.26 e subito parte l’applauso per Luigi Di Maio. Il ministro degli esteri sta per annunciare la nascita del suo nuovo partito. Il nome è ancora un mistero. I componenti anche, ma il ministro degli esteri precisa che «Il Movimento Cinque Stelle non sarà più la prima forza in Parlamento». Insomma la pattuglia di transfughi si annuncia come nutrita. Le linee sono chiare no all’odio, al populismo e ai sovranismi. L’elogio del governo Draghi è chiaro. I nomi dei politici citati in tutto il discorso sono due: Mattarella e Sassoli. Non una parola per gli ex compagni di partito, né per il nume tutelare Beppe Grillo. Decisivi nella scelta sono stati i giorni precedenti e il tiramolla sul voto di sostegno al senato a Mario Draghi, in vista dell’appuntamento europeo del 23 e 24 giugno.
«La posizione di alcuni Cinquestelle ha indebolito l’Italia»
«Oggi è una giornata importante, – esordisce Luigi Di Maio – al senato è stata votata la risoluzione che rafforza il governo Draghi. Dispiace che ancora una volta sia stato alimentato un lungo e logorante scontro dai fini mediatici sulla risoluzione di oggi. Su un voto che delinea le posizione dell’Italia e che ribadisce l’appartenenza dell’ Italia alla famiglia euroatlantica. Dovevamo scegliere da che parte stare. La posizione di alcuni dirigenti del Movimento Cinque Stelle ha rischiato di indebolire il nostro paese».
Il ministro degli esteri ribadisce la posizione dell’Italia in campo internazionale in un momento delicato, e punta il dito contro il partito che doveva più di tutti sostenere il governo.
«La prima forza politica ha messo in discussione l’operato del governo e del ministro degli esteri mettendoci in difficoltà all’estero solo per tamponare la propria crisi di consensi – ha continuato Luigi Di Maio – negli ultimi giorni c’è stata un’escalation contro alcuni di noi con attacchi personali. La prima forza politica in Parlamento aveva il dovere di sostenere il lavoro diplomatico del governo. Abbiamo, quindi, deciso di fare un’operazione di verità partendo proprio dall’ambiguità in politica estera del Movimento Cinque Stelle. Una forza politica matura dovrebbe aprirsi al confronto. Oggi sappiamo che alcune posizioni del passato erano sbagliate. Quando si ricevono gli endorsement degli aggressori dell’Ucraina si risponde con l’indignazione ma con il silenzio».
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Una realtà politica che ripartirà dai sindaci
Il Di Maio nuovo cambia quindi registro è ha già un’idea su quali debbano essere i punti cardine del nuovo soggetto politico.
«Io credo che sia finita l’epoca dell’ipocrisia.- continua – Chi propone soluzioni semplici a problemi complessi si sta staccando dai cittadini. Ho dato il massimo in questi anni, ringrazio il Movimento, quella di oggi è una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare. Oggi io e tanti altri colleghi lasciamo il movimento Cinque Stelle che non sarà più la prima forza politica presente in parlamento. Da oggi inizia un nuovo percorso insieme a persone che hanno scelto di guardare al futuro per ottenere un modello vincente. Abbiamo bisogno di aggregare le migliori menti del nostro paese. uno non vale l’altro. Bisogna avere il coraggio di dire la verità. Le persone qui stasera non hanno intenzione di costruire una forza politica personale, noi ci mettiamo in cammino. e vogliamo partire da quelle zone d’Italia dove gli amministratori locali hanno subito problemi. non ci sarà spazio nell’odio: i primi interlocutori saranno i sindaci».