L’ad di Ubi, Victor Massiah, in un’intervista di eri su Repubblica, critica duramente l’offerta pubblica di sottoscrizione di Intesa Sanpaolo e in particolare le modalità con cui l’omologo, Carlo Messina, sta conducendo le trattative. “C’è un’ innegabile asimmetria informativa tra chi ha lanciato l’Offerta, e può parlare quando e quanto vuole per spiegarne gli aspetti positivi, e la società bersaglio in attesa di conoscerne il contenuto e sotto passivity rule”, dice Massiah al quotidiano.
Ubi ha avviato un’azione legale per accertare la validità dell’Ops lanciata da Intesa Sp. Intanto l’Antitrust verifica il rispetto elle regole sulla concorrenza
Per il manager, Ubi si trova con un braccio legato dietro la schiena proprio a causa della regole che, per tutelare la contendibilità delle società quotata, impedisce ai loro amministratori di avviare iniziative difensive per bloccare offerte e scalate esterne.
Al contrario, Messina si muoverebbe con un ingiusto vantaggio perchè ignorerebbe gli obblighi previsti per i compratori.
Due giorni fa il cda di Ubi Banca, dopo essersi rivolto a Consob, ha avviato anche un’azione legale per accertare che l’offerta pubblica di sottoscrizione avanzata da Intesa Sp (che il 27 aprile ha deliberato un aumento di capitale da 1,011 miliardi di euro in previsione dell’acquisizione) sia ancora valida. Massiah è certo che non lo sia più a causa del silenzio da parte del compratore su una clausola in particolare.
Così, una delle grandi ipotesi di fusioni bancarie sullo scenario italiano è sempre di più una questione tra avvocati. Mentre l’Antitrust studia le carte per assicurare che dall’aggregazione non sorgano problemi di concorrenza e in particolare alla costituzione di un terzo polo bancario, l’ad di Ubi parte al contrattacco e chiede ai giudici di pronunciarsi sul silenzio che Intesa sta mantenendo sulla clausola Mac, prevista per le Ops, che lascia al compratore la possibilità di ritirarsi in caso di eventi eccezionali. Come la pandemia Covid-19. Messina la userà oppure no?
È questo che chiede il numero uno di Ubi. “Il compratore si deve esprimere, deve in sostanza dire se eserciterà o meno il diritto a invocare la clausola. Questo perché la caratteristica dell’Ops è la sua irrevocabilità”. E lo deve fare per iscritto dato che ad oggi Messina ha assicurato che l’Ops resta valida “in interviste e dichiarazioni, ma non in documenti con effetto legale”.
Per Equita Sim, se Consob accogliesse l’istanza sulla decadenza dell’Ops, Ubi avrebbe più libertà di azione nel valutare offerte alternative a quella di Intesa. Per gli analisti della società di consulenze e analisi finanziarie si potrebbero presentare “opzioni strategiche più vantaggiose” che darebbero più valore al titolo Ubi. Intesa, ricorda Equita, con il lancio dell’operazione a febbraio ha riconosciuto un premio del 23% rispetto al prezzo precedente all’Ops.
Riguardo a un futuro alternativo al matrimonio con Intesa, Massiah prefigura due strade: “O valorizzare la società su base stand alone oppure fare altre operazioni straordinarie che finora, in questi due mesi di lockdown, ovviamente non abbiamo potuto affrontare nemmeno nei contatti preliminari”.