Crescita zero. L’Ocse conferma la stagnazione dell’economia italiana per il 2019 prevista già la scorsa primavera. Per il 2020, la valutazione dell’organismo internazionale passa da +0,6 a +0,4 per cento: il peggior risultato tra le economie avanzate, esclusa l’Argentina.


L’Italia, assieme alla Germania, sconta nella sua crescita, molto più debole del resto dell’Eurozona, la forte esposizione ai problemi per il commercio globale e le dimensioni del proprio settore manifatturiero
L’Ocse segnala come l’Italia, assieme alla Germania, sconti, nella sua crescita “molto più debole del resto dell’Eurozona”,”la forte esposizione ai problemi per il commercio globale e le dimensioni del proprio settore manifatturiero”.
Per quanto riguarda le scelte di bilancio, come riportato da Adnkronos, L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico evidenzia come nel nostro paese – così come in Stati Uniti, Giappone e Francia (che presentano dinamiche simili di conti pubblici) – “gli elevati deficit dovrebbero aumentare il debito pubblico già alto“, da qui la necessità “di rafforzare l’efficacia della politica fiscale, rivedendo l’efficacia della spesa pubblica e le dimensioni degli stabilizzatori automatici”.
E comunque, “in caso di recessione” considerando “i limiti della politica monetaria” (che nell’Eurozona la Bce ha già portato molto in avanti) “sarebbe necessario un ulteriore sostegno alla politica fiscale”.
Tuttavia, proprio i tassi bassi o begativi sul debito sovrano a lunga scadenza – continua l’Ocse – “offrono a molti paesi un’opportunità a basso rischio per affrontare gravi carenze infrastrutturali e rafforzare la crescita sostenibile a più lungo termine”. (segue)