Una volta le idee imprenditoriali geniali nascevano nei garage. Oggi, in tempo di chef stellati celebri come rockstar, nascono in cucina. Lo sa Andrea Lippolis (nella foto) che nel 2015, quando era un giovane studente di ingegneria gestionale appassionato di fitness, in una piccola gastronomia di Lecce dava indicazioni a un cuoco per preparare pasti sani e bilanciati, che egli stesso consegnava a domicilio a bordo del proprio scooter. Oggi al posto di Lecce c’è Milano, al posto della gastronomia un laboratorio di produzione di 160 mq e al posto dello chef l’intelligenza artificiale. Tutto dentro a Feat Food, il primo servizio di consegne a domicilio di pietanze pronte personalizzate, studiate da un algoritmo di machine learning e consegnate in tutta Italia in 24-48 ore. «La società è nata nel 2015, ma il business è partito nel 2018 – dice Lippolis, che di Feat Food è fondatore e Ceo -. Stiamo crescendo molto bene, sia in termini di pasti erogati sia di fatturato. Piace l’esperienza d’acquisto: la possibilità di avere ogni giorno un menu personalizzato è percepita come un plus dal consumatore».
Come funziona il servizio? In base al sistema di intelligenza artificiale ideato dal team di Feat Food, ogni consumatore inserisce nel calcolatore i suoi dati – sesso, età, peso, altezza, obiettivi -; il software, attraverso un’analisi predittiva, individua la quota di calorie giornaliere e di macronutrienti necessari per raggiungere gli obiettivi e stima il risultato che si può ottenere seguendo un determinato piano alimentare. Più sono implementati e aggiornati i dati nel pannello utente (a oggi sono oltre 20mila gli utenti profilati), più il software diventa preciso nell’individuare i percorsi nutrizionali, che gli utenti seguono o per avere un’alimentazione sana e bilanciata o per migliorare la propria forma fisica: «Le due cose vanno di pari passo – spiega Lippolis – ma principalmente gli utenti guardano alla forma fisica; il 71% di loro è composto da donne, il cui obiettivo è spesso quello di perdere peso. C’è comunque una larga fetta di clienti che si serve di noi per avere un’alimentazione equilibrata, per sé e per i figli».
Una volta pronti, i piatti sono consegnati nel giorno e nel luogo indicato dall’utente e si conservano per dieci giorni. I prezzi? «Dipendono dal profilo fisico del consumatore, ma vanno da 5 a 9 euro circa, poco di più se si hanno dei fabbisogni particolari».
Dal 2015 a inizio 2020 Feat Food è cresciuta fino a contare dodici dipendenti e ha raccolto un totale di circa 2 milioni di euro tra investimenti e finanziamenti. Tra i soci, per la maggior parte costituiti da fondi di investimento, ci sono anche grandi realtà dell’alimentare come Amadori e Riso Gallo che forniscono alcune materie prime. La distribuzione è multicanale, con l’e-commerce che dal 2016 a oggi ha decuplicato il giro d’affari e rappresenta il 65% del fatturato. Feat Food è presente anche in frigoriferi intelligenti all’interno di quaranta centri fitness e in alcune aziende, canali che valgono il 20% del fatturato. Inoltre, da luglio 2019 a gennaio 2020 ha testato il proprio modello nella Gdo nel gruppo Finiper-Unes, con l’obiettivo di esportarlo in altre realtà. Sempre nel 2019 ha aperto il primo punto di vendita diretta al pubblico a Milano, in Porta Ticinese. E con il lockdown? «Come è normale, hanno sofferto i nostri canali legati alle palestre e alle aziende, mentre l’online è cresciuto del 40% rispetto al budget stimato – dice Lippolis -. Da due anni viaggiamo a una crescita annua del 100%, quest’anno con il lockdown siamo a +135% rispetto al 2019». Non resta che guardare all’estero: «Il nostro business è scalabile perché la piattaforma su cui si basa è largamente replicabile anche su altri mercati. Infatti abbiamo già avuto diverse richieste», conclude.