Nel decreto lavoro spunta una norma che tutela lo stato da altre perdite nella liquidazione di Alitalia. Il decreto che è stato licenziato dal governo e verrà presentato alle Camere, prevede che dal momento in cui il tribunale dichiarerà la revoca dell’attività di impresa per Alitalia, una volta ceduti tutti i compendi aziendali, l’amministrazione straordinaria proseguirà nel completamento dell’attività liquidatoria. La precedenza nei risarcimenti verrà data alla spese legate alla liquidazione, ai crediti prededucibili dell’Erario e degli enti di previdenza e assistenza sociale, agli indennizzi verso chi ha biglietti non usati o voucher e poi verranno soddisfatti i crediti verso lo stato, che ammonterebbero a circa il 1,3 miliardi.
Quanto è costata la liquidazione di Alitalia agli italiani
La vicenda della liquidazione dell’ex compagnia di bandiera italiana inizia nel 2019 quando viene destinato un finanziamento semestrale di 400 milioni di euro con l’intenzione di trasferire i complessi aziendali della compagnia ad altre società. Nel 2020 nasce una nuova società, le cui quote sono tutte di proprietà del Mef. Nel 2020 nasce, quindi, Ita (Italia Trasporto Aereo) che è una controllata dello stato ed è a partecipazione pubblica. Il Mef ci investe 3 miliardi di euro , cifra che in un secondo tempo viene ridotta a causa di una decisione della Commissione Europea, che autorizza lo stato a sottoscrivere un aumento di capitale di 1.350 milioni di euro, di cui 700 milioni nel 2021, 400 nel 2022 e 250 nel 2023. Nel frattempo Ita punta ad ampliare la flotta e a fine 2025 è previsto che cresca fino a 105 aerei con il 75% di nuova generazione. Per velocizzare le operazioni viene prevista la possibilità di cedere gli asset direttamente a Ita da parte dei commissari straordinari di Alitalia. Inoltre si dispone che a seguito della decisione della Commissione europea, il MEF sottoscriva l’aumento di capitale della società ed è stata altresì autorizzata l’autonoma cessione, tramite procedura di gara, del marchio “Alitalia” ai soggetti titolari di licenze di esercizio di trasporto aereo o di certificazioni di operatore aereo.
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La cessione a Ita e i rilievi della Commissione Europea
A seguito dell’espletamento della gara, ITA S.p.A. ha raggiunto, il 14 ottobre 2021, un accordo per l’acquisizione del marchio Alitalia.
Successivamente alla cessazione dell’attività di volo di Alitalia S.p.a, avvenuta il 14 ottobre 2021, ITA S.p.a. è divenuta operativa il 15 ottobre 2021. Al 31 dicembre 2021 la società risulta avere 52 aerei e 2.235 dipendenti. Nel frattempo una tegola cade sulla testa del Mef, che nel 2022 sta definendo le modalità, per la cessione della propria partecipazione. In merito, infine, al prestito di 400 milioni di euro, concesso nel 2019 ad Alitalia, si segnala che la Commissione europea, nel marzo 2023, ha considerato illegittima tale forma di prestito in quanto, secondo le valutazioni della Commissione, il governo italiano, nel concedere il prestito in questione, non si sarebbe comportato come avrebbe fatto un operatore privato, valutando cioè la probabilità di rimborso del prestito e degli interessi, ma avrebbe mirato esclusivamente a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali della compagnia.