Non si comprenderà fino in fondo la gravità dell’ultima mossa di Vladimir Putin fino a quando non saranno gli stessi russi a scendere in piazza e ribellarsi: la Russia è pronta ad abbandonare internet, il tradizionale protocollo www (world wide web) per dipendere dai suoi server e dalla sua rete di infrastrutture che viene comunemente chiamato Runet.
Una mossa che nemmeno la Cina, che pure naviga secondo regole proprie, ha mai messo in atto. Google, Facebook, TikTok esistono, anche se con limitazioni. Ebbene, abbracciando RuNet, tra l’altro entro il prossimo 15 marzo e con un programma in 8 punti ben dettagliato, la Russia si condanna al definitivo isolamento.
Senza internet vince la “disinformatia”
Se già oggi in Russia si pongono costanti limitazioni alla libertà individuale, a quella di stampa e, più in generale, al sacrosanto diritto di ognuno di esprimere la propria opinione, immaginiamo che cosa sarà domani la rete russa. Un coacervo di bufale, arte in cui sono maestri, e di notizie unidirezionali ed eterodirette. Un disastro che costringerebbe la Russia a piombare in un isolamento totale.
Piaccia o meno, internet – pur con tutte le sue storture – ha aperto enormemente i confini. Se oggi possiamo provare a tradurre uno scritto in un’altra lingua, se possiamo parlare con altre persone lontane, lo dobbiamo a internet. Chiuderne l’accesso e impedire che chiunque possa farne parte è una catastrofe dagli effetti perfino più drammatici della guerra stessa. Significa che il regime potrà continuare a raccontare le sue false verità, di bombe pronte a esplodere e di “nazisti” in Ucraina.