La legge Cartabia è stata approvata. Ieri è passata in senato la proposta di legge che porta la firma del ministro della giustizia Marta Cartabia, che prevede anche un intervento sul consiglio superiore della magistratura, riformandone anche per sceglierne i componenti, limitando il peso dell’anzianità. Con 173 sì, 37 no e 16 astenuti il Senato ha dato il suo via libera definito alla riforma sul Csm e l’ordinamento giudiziario, confermando il testo della Camera, che è dunque legge.
Il Csm era uno dei punti toccati anche dai Referendum promossi da Lega e Radicali, che non sono arrivati al quorum. Chi si è mosso in modo particolare sul tema è il presidente della Seconda Commissione Permanente del Senato, cioè il leghista Andrea Ostellari.
“Chi sapeva del referendum ha votato”
«In merito ai referendum non possiamo non partire dai numeri – dice – non possiamo dimenticarci che 10 milioni di italiani sono andati a votare e hanno fatto vincere i si, con delle buone percentuali. Questo significa che chi è stato informato della consultazione e del suo significato ha dato un’indicazione chiara: la Giustizia si può e si deve cambiare. Anche per rispetto di questi cittadini, abbiamo scelto di non cedere e di presentare in aula degli emendamenti migliorativi alla riforma Cartabbia. Non per mettere in difficoltà qualcuno, ma per il bene del Paese».
Al di là dell’esito del referendum in questi giorni il tema della giustizia ha preso importanza nell’agenda politica.
«Purtroppo la Giustizia in Italia è spesso considerata come qualcosa di distante dalla vita quotidiana. – continua Ostellari – Eppure è un pilastro della vita democratica e un servizio che ha vasti effetti sull’economia del Paese. Una Giustizia più giusta e più efficiente non è solo una garanzia per le libertà del cittadini, ma anche più investimenti stranieri, più punti di Pil e più crescita per tutti».
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