Non sono famose come le “stelle Michelin” ma non valgono certamente meno. E per le aziende, appuntarsele al petto equivale un po’ come a una menzione nella Guida dei ristoranti più famosa al mondo. Una sorta di punto di arrivo, un incoronamento nel gotha – in questo caso – delle imprese di specchiata onestà.
Sono le “stellette” del Rating di legalità, il riconoscimento che l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato attribuisce ogni anno agli imprenditori che non hanno violato norme, né penali né amministrative, per i reati previsti dal regolamento ovvero corruzione, usura, bancarotta, mafia e ancora: illeciti amministrativi, tributari, contro la tutela e la sicurezza nei luoghi di lavoro e contro la pubblica amministrazione.
In sintesi, il Rating di legalità, secondo l’Authority che lo rilascia, “è un indicatore sintetico del rispetto di elevati standard di legalità da parte delle imprese”. Viene concesso a chi ne fa richiesta, dopo la verifica della sussistenza di una serie di prerequisiti (sede operativa in Italia; fatturato minimo di 2 milioni di euro; iscrizione al registro delle imprese da almeno due anni) e – soprattutto – dell’assenza di condanne anche solo in primo grado, a carico dell’impresa, dei suoi vertici e di quelli dell’eventuale controllante.
Quando, poco più di dieci anni fa – in attuazione alla legge di conversione del decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29 – venne istituito, con delibera dell’Agcm del novembre 2012, l’idea fondante era quella di “promuovere e introdurre principi di comportamento etico in ambito aziendale” appunto tramite l’assegnazione di un riconoscimento – misurato in stellette, da una, punteggio-base a un massimo di tre – indicativo del rispetto della legalità da parte delle imprese che ne avessero fatto richiesta e, più in generale, del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business”. Oggi sono 10.490 in tutto le aziende che si possono fregiare del Rating di Legalità riconosciuto dall’Antitrust, l’elenco è pubblico e consultabile sul sito www.agcm.it.
L’impresa che ha ottenuto “la stelletta della legalità” può tenerla al petto per un periodo di due anni ma può chiedere che il riconoscimento venga rinnovato e, se nel frattempo dovesse aver adottato ulteriori comportamenti per promuovere la legalità (modelli organizzativi per prevenire gli illeciti o politiche di responsabilità sociale) ha diritto anche a vedersi aumentato il punteggio.
Le procedure sono semplici e intuitive: le aziende interessate devono registrarsi e presentare la domanda seguendo le istruzioni sul portale online dell’Authority utilizzando l’apposita piattaforma Webrating. Dal momento del deposito dell’istanza, per la verifica dei requisiti di legalità propedeutica al rilascio del Rating, l’Antitrust ha fissato un termine di 60 giorni prorogabili ad altri 45 nel caso in cui l’istruttoria dovesse richiedere un tempo maggiore. Dettaglio non secondario: per ottenere la stelletta le imprese non devono spendere assolutamente nulla, in nessuna fase della procedura. Ma per un’azienda quali sono i vantaggi nell’essere riconosciuta campione di legalità, correttezza, irreprensibilità? È la domanda che ci si è posti nella redazione di Economy nel momento in cui si è pensato di utilizzare il Rating di legalità come criterio oggettivo e parametro numerico non discrezionale per la selezione delle imprese italiane più “oneste e vincenti”. Ed è la domanda che più di tutte è risuonata nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica, nel corso della cerimonia di premiazione della prima edizione di “Legalità & Profitto Economy Nsa Award” tenutasi il 7 aprile 2022. «Le imprese titolari di Rating possono ottenere dei vantaggi sul fronte dei finanziamenti pubblici, perché le amministrazioni possono prevedere dei sistemi di premialità, e delle gare perché si deve riconoscere a chi ha il Rating una riduzione del 30% dell’importo della garanzia e si può anche assegnare un punteggio aggiuntivo ai fini dell’aggiudicazione.
Le aziende in possesso del Rating possono ottenere inoltre migliori condizioni economiche nell’erogazione dei prestiti bancari e anche una riduzione dei tempi e dei costi d’istruttoria» così ha risposto un anno fa durante il dibattito al Senato Ombretta Main, vicesegretario generale dell’Agcm e già responsabile Direzione Rating di legalità.
«La legalità è premiante – ha dichiarato l’amministratore delegato di D’Adiutorio Costruzioni Spa, una delle 100 Pmi premiate da Economy con “Legalità&Profitto” in quanto titolari del Rating di legalità e in possesso di bilanci solidi – è un asset che ci ha permesso di migliorare al nostra posizione sul mercato e il nostro accesso al credito».
«Il Rating di legalità rientra nelle tematiche Esg e per noi è un altro passo fondamentale nel segno della trasparenza verso il mercato e i nostri stakeholder» ha puntualizzato un’altra tra le imprenditrici premiate, Mirella Ferrero, presidente di Osai Automation System Spa, società quotata sul mercato Aim. «La legalità crea certezza e affidabilità sia nei rapporti con le stazioni appaltanti pubbliche e private, sia verso clienti e fornitori» sono state le parole della Ceo di Siam Sud srl, Piera Magazzile, dopo aver ricevuto la pergamena di “Legalità & Profitto”. E sono solo alcune delle conferme a quanto enunciato in apertura del premio 2022 dall’allora Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati nel messaggio fatto pervenire a Economy: «L’onestà? Paga sempre».